
Un nuovo tipo di energia oscura, come se non bastassero già l’energia oscura teorizzata già da diversi decenni dagli scienziati, che rappresenta la maggior parte di quello che esiste nell’universo, e la materia oscura, viene teorizzata in un nuovo studio condotto da Martin S. Sloth, un professore di cosmologia dell’Università della Danimarca Meridionale.
Nuovo tipo di energia oscura
Insieme al collega Florian Niedermannn, lo scienziato propone infatti un nuovo tipo di energia oscura che sarebbe presente nell’universo e che, se inclusa nei calcoli relativi all’espansione stessa dell’universo, renderebbe i risultati più simili. Quello relativo alla velocità dell’espansione dell’universo, infatti, sta diventando un vero e proprio enigma: vari team di scienziati cosmologi hanno studiato questo tasso di espansione e sono giunti a risultati nettamente diversi.
Qualcuno ha proposto che sono sbagliati i metodi di misurazione mentre altri scienziati teorizzano che ci sia ancora ancora qualcosa che esiste universo e che non è stato ancora scoperto né preso in considerazione. Proprio per questo i due scienziati dell’Università danese propongono una nuova “energia oscura” che risolverebbe, almeno in parte, questi calcoli i cui risultati diverrebbero più simili.
Velocità di espansione dell’universo: risultati contrastanti
Al momento, infatti, gli scienziati, quando devono calcolare il tasso di velocità dell’espansione del cosmo, prendono in considerazione solo l’esistenza, oltre che della materia ordinaria, dell’energia oscura e della materia oscura. Sta di fatto che i risultati ottenuti dai vari team sono abbastanza contrastanti.
I metodi principali per misurare il tasso di espansione del cosmo sono quelli che si basano sulle misurazioni delle supernovae e quelli che si basano sulla radiazione di fondo a microonde. Entrambi i metodi portano a risultati diversi.
Ulteriore energia oscura nella fase primordiale dell’universo
Secondo quanto dichiara lo stesso Sloth, aggiungendo una ulteriore energia oscura nella fase primordiale del cosmo si otterrebbero risultati molto più simili, senza contraddizioni. Secondo Sloth e Niedermann l’energia oscura “classica” che esiste nel nostro universo potrebbe aver subito una transizione di fase, nelle prime fasi dell’esistenza dell’universo, durante il cosiddetto “universo primordiale”. Una transizione, giusto per rendere l’idea, simile a quella che avviene quando l’acqua si raffredda e da liquida diventa ghiaccio.
Transizione di fase
Questa transizione sarebbe stata causata dall’espansione stessa dell’universo e avrebbe causato una diminuzione della densità di energia e un cambiamento dell’effetto della stessa energia oscura “classica” sul tasso di espansione dell’universo. “È una transizione di fase in cui appaiono improvvisamente molte bolle della nuova fase e quando queste bolle si espandono e si scontrano, la transizione di fase è completa. Su scala cosmica, è un processo meccanico quantistico molto violento”, spiega lo stesso Sloth.
Approfondimenti
- Phys. Rev. D 103, L041303 (2021) – New early dark energy (IA) (DOI: 10.1103/PhysRevD.103.L041303)