
È uno nuovo rivelatore di luce fatto da strati bidimensionali di diversi materiali posti uno sopra l’altro che lavorano parallelamente a una guida d’onda ottica in silicone quello sviluppato da ricercatori dell’ETH di Zurigo che hanno pubblicato uno studio su Nature Nanotechnology.
Il campo dei rilevatori di luce per la comunicazione e la trasmissione di dati attraverso la fibra ottica ha visto negli ultimissimi anni una sorta di rallentamento in termini di miglioramenti e progressi.
Il team di scienziati dell’ETH è riuscito a sviluppare un rivelatore di luce molto veloce sensibile il cui funzionamento è relegato all’interazione tra i materiali bidimensionali e guide d’onda ottiche nano-fotoniche.
Nikolaus Flöry, studente nel gruppo di Lukas Novotny dell’Istituto per la Fotonica, spiega : “Nel nostro rivelatore volevamo sfruttare i vantaggi dei diversi materiali superando i loro vincoli individuali. Il modo migliore per farlo è fabbricare una specie di cristallo artificiale – noto anche come eterostruttura – da strati diversi che hanno uno spessore di soli pochi atomi. Inoltre, eravamo interessati a sapere se tutto il brusio su tali materiali bidimensionali per applicazioni pratiche è effettivamente giustificato”.
“Abbiamo risolto il problema della velocità realizzando una eterostruttura verticale costituita da un TMDC – ditelluride di molibdeno nel nostro caso – e grafene”, dichiara ancora Flöry nel comunicato stampa sul sito dello stesso istituto svizzero (vedi il primo collegamento qui sotto).