
Si parla del nuovo virus Langya in un nuovo articolo su The Conversation. L’autore dell’articolo, Allen Cheng, un professore di epidemiologia delle malattie infettive della Monash University, spiega che il virus Langya henipavirus, un henipavirus individuato per la prima volta nelle province di Shandong e Henan già nel 2018, ha già causato l’infezione di 35 soggetti proprio in queste due province.[1]
Non si sa molto sul virus Langya
Secondo Cheng si tratta di un virus collegato ai virus Hendra e Nipah, anch’essi infettivi nei confronti degli esseri umani. Tuttavia non si conosce molto sul virus Langya, conosciuto anche più brevemente come “LayV”. Non sappiamo neanche se può diffondersi da essere umano a essere umano.[1]
Sintomi di soggetti con il virus Langya
I sintomi scoperti nei soggetti in Cina positivi a questo virus sono perlopiù lievi e sono rappresentati da affaticamento, febbre, tosse, dolori muscolari, perdita dell’appetito, mal di testa e sintomi di nausea. Solo una piccola percentuale presentava sintomi più gravi oppure complicazioni come polmonite o alterazioni delle funzioni del fegato e dei reni. Non sono stati però segnalati decessi collegati a questo virus.[1][1]
Trovate prove di infezioni tra toporagni selvatici
I ricercatori hanno trovato un piccolo numero di cani e capre che potrebbero essere stati infettati da questo virus ma non hanno acquisito alcuna prova relativa ad un possibile “salto” da animali domestici o selvatici verso l’uomo. Tuttavia gli stessi ricercatori hanno trovato prove più concrete relative ad un gruppo di toporagni selvatici infettati dal virus. Forse gli esseri umani hanno acquisito il virus proprio da questi animali.
14 persone sembrano aver “risposto” al virus
Si conosce così poco di questo virus che qualcuno mette anche in dubbio che lo stesso virus possa essere la causa dei sintomi e delle condizioni riscontrati nelle persone analizzate. Tuttavia, spiega Cheng nell’articolo su The Conversation, i ricercatori hanno trovato prove del fatto che il sistema immunitario di almeno 14 di queste persone abbia risposto al virus. Hanno inoltre trovato alcune prove relative al fatto che i soggetti che avevano più virus sembravano avere sintomi peggiori. Secondo Cheng è probabile che i casi segnalati siano “la punta dell’iceberg” ma sono necessarie ulteriori ricerche per capire le principali caratteristiche del virus, tra cui il livello di gravità dell’infezione e come si diffonde.[1]