
L’obesità risulterebbe collegata fortemente al senso del gusto, in particolare ad una risposta ridotta di quest’ultimo, secondo un nuovo studio apparso su Frontiers in Integrative Neuroscience.
I ricercatori hanno deciso di analizzare questo collegamento partendo dal presupposto secondo cui si sa abbastanza poco su come il gusto sia influenzato dall’obesità, come riferisce Patricia Di Lorenzo, una delle ricercatrici coinvolte nello studio nonché professoressa di psicologia all’Università di Binghamton.
I ricercatori hanno fatto esperimenti su topi diventati obesi a seguito di una dieta imposta ricca di grassi.
I ricercatori scoprivano che il senso del gusto di questi ratti vedeva una risposta di durata inferiore e che richiedeva più tempo per svilupparsi rispetto ai topi magri.
Secondo la stessa Di Lorenzo questi risultati potrebbero rivelarsi veritieri anche per l’essere umano.
La stessa ricercatrice aggiunge: “Altri hanno scoperto che il numero di papille gustative sulla lingua diminuisce nei topi obesi e nell’uomo, quindi la probabilità che anche la risposta al gusto nel cervello umano sia ridotta è buona”.
Approfondimenti
- Frontiers | Taste Responses in the Nucleus of the Solitary Tract of Awake Obese Rats Are Blunted Compared With Those in Lean Rats | Frontiers in Integrative Neuroscience (IA) (DOI: 10.3389/fnint.2019.00035)
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