È in corso o quella che molti esperti chiamano una “epidemia” di obesità in molte aree del mondo, in special modo nelle aree più sviluppate, tanto che più della metà degli adulti e più di un terzo dei bambini in Europa vengono classificati come in sovrappeso oppure obesi.
Un nuovo studio mette in relazione l’obesità crescente con la malattia del fegato grasso non alcolico (NAFLD) e trova che la percentuale di persone in sovrappeso o obesi più alta proviene da gruppi socioeconomici in cui è prevalente la NAFLD.
Quest’ultima è caratterizzata da un accumulo anormale di grasso nel fegato ed è la patologia riguardante quest’organo più diffusa, un grave onere per la salute anche in Europa che può aggravarsi e portare ad altre malattie come la cirrosi epatica o il cancro al fegato.
“Abbiamo raggiunto un punto critico con l’obesità e la NAFLD e sono urgentemente necessari rapidi interventi da parte dei responsabili politici per invertire la crescente epidemia. L’obesità è la normale risposta a un ambiente anomalo e può essere affrontata solo affrontando i molteplici obesogenici fisici, sociali ed economici autisti nella società”, dichiara Philip N. Newsome, segretario generale dell’Associazione Europea per lo Studio delle Malattie del Fegato (EASL) nonché professore di patologia a Birmingham.
Gli stessi ricercatori fanno notare quanto una sana alimentazione ed un ridotto utilizzo di alimenti ricchi di grassi o zuccheri, come le bevande zuccherate, siano fondamentali per limitare l’insorgere di queste patologie e quanto questo coinvolga anche la politica che deve incoraggiare, anche tramite appositi provvedimenti o speciali misure fiscali, il cambiamento comportamentale.