
Negli ultimi mesi sono stati scoperti due oggetti che, secondo gli astronomi, arrivano sicuramente dall’esterno del sistema solare. Uno è una grossa roccia a forma di sigaro che è stata denominata Oumuamua e l’altro è una cometa denominata 2I/Borisov, dal nome del suo scopritore, un astronomo amatoriale.
Queste due scoperte, a fronte di tanti decenni durante i quali non era mai stato scoperto un oggetto extrasolare, hanno fatto sorgere la domanda: ma quanti sono gli oggetti provenienti dall’esterno del sistema solare (nel senso che non si sono formati all’interno di essi) presenti nel nostro sistema?
È proprio per rispondere a questa domanda che l’astrofisico dell’Istituto per le Scienze Computazionali dell’Università di Zurigo, insieme al collega Walter Dehnen dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera, hanno fatto una ricerca e hanno pubblicato i propri risultati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Utilizzando complessi modelli matematici, i ricercatori hanno stimato quante comete tra quelle a lungo periodo, ossia quelle che impiegano più di 200 anni per effettuare un giro intorno al Sole, potrebbero provenire dallo spazio esterno.
I risultati mostrano che dovrebbero esserci nel sistema solare almeno 100.000 piccole rocce in stile Oumuamua e almeno un centinaio di comete In stile Borisov.
Con stime più conservative che si basano sulla sopravvivenza di questi oggetti nel sistema solare, ossia meno di 10 milioni di anni, i risultati mostrano invece 20.000 oggetti “Oumuamua” e 20 comete.
Si tratta in ogni caso di oggetti che compiono orbite molto eccentriche intorno al Sole, molto spesso orbite che durarono centinaia di migliaia di anni.
Questo significa che trascorrono la maggior parte del loro tempo molto lontani dal Sole, molto oltre l’orbita di Plutone, e proprio per questo sono molto difficilmente individuabili. Ecco perché individuare un oggetto del genere rappresenta un vero colpo di fortuna.
Gli stessi ricercatori hanno stimato che almeno lo 0,33% questi oggetti potrebbe in ogni caso trovarsi al momento ad una distanza compresa entro sei unità astronomiche (900 milioni di chilometri) di distanza dal Sole: questi ultimi potrebbero essere dunque più facilmente individuabili e non risulta dunque tanto improbabile che nei prossimi anni altri annunci possano saltare fuori riguardo a nuovi oggetti extrasolari.
Approfondimenti
- Capture of interstellar objects: a source of long-period comets (IA) (arXiv: 1910.06338) (PDF)