
Potrebbe essere il nuovo futuristico materiale per l’illuminazione del futuro quello descritto in un nuovo studio Nature Communications. Un team di ricercatori di un istituto svizzero ha infatti messo a punto uno nuovo materiale basato su diodi organici ad emissione di luce (OLED) che potrebbe rendere molto più piccoli, compatti ed economici i dispositivi per l’illuminazione, anche di quella ambientale.
Il nuovo tipo di OLED si basa su una innovativa disposizione degli elettroni di rame, uno schema denominato CuPCP, che va a sostituire i diodi costituiti in metallo prezioso, ovviamente più costosi, per ottenere un PHOLED (Phosphorescent organic light-emitting diodes) a basso costo. Quest’ultimo è un tipo di biodo che si basa sul principio della fosforescenza per ottenere l’illuminazione, una tecnologia di per sé in fase di sviluppo, anzi diremmo di sperimentazione, in molti laboratori in tutto il mondo.
Gli OLED fosforescenti potrebbero cambiare letteralmente il mercato e le modalità con cui illuminiamo la nostra vita. I diodi che li compongono possono raggiungere efficienze quantistiche fino al 100%. Tuttavia richiedono anche dei metalli preziosi, tra cui rutenio, iridio e platino, che risultano costosi.
Ed è proprio qui che entra in gioco il nuovo progetto messo a punto dei ricercatori dell’Istituto Istituto Paul Scherrer, Svizzera.
I ricercatori si sono concentrati su un comportamento fisico denominato fluorescenza ritardata attivata termicamente, o TADF, per creare un composto giallastro che, se dissolto in un liquido o se posto su un elettrodo, può emettere un intenso bagliore verde. Questo perché le molecole assorbono l’energia loro fornita e la emettono man mano sotto forma di luce per un fenomeno noto come elettroluminescenza.
Questo composto basato sul rame potrebbe permettere la costruzione di nuovi PHOLED basati non più sui metalli preziosi che potrebbero permettere, tra le altre cose, anche illuminazione di grandi ambienti perché, come specificano i ricercatori, il nuovo composto consente di ottenere un’alta resa luminosa.
Non resta, dunque, che sperimentare questi composti in nuovi tipi di OLED per capire se questa tecnologia possa davvero rappresentare il futuro dell’illuminazione, da quella ambientale a quella del nostro prossimo nuovo televisore.
Approfondimenti
- In search of the lighting material of the future | Our Research | Paul Scherrer Institut (PSI) (IA)
- Taking a snapshot of the triplet excited state of an OLED organometallic luminophore using X-rays | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-020-15998-z)
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