Ottime notizie arrivano per quanto riguarda tutto il comparto dell’archeologia relativa ai popoli nativi americani: oltre 60.000 strutture dell’antico popolo Maya, perfettamente nascoste nella foresta, sono state scoperte in Guatemala.
Queste migliaia di strutture perlopiù cittadine, come ad esempio marciapiedi, resti di case, centri cerimoniali, canali per l’irrigazione e fortificazioni di vario tipo, sono state rinvenute nel corso di una ricerca che oramai dura da più di due anni e che sta avvenendo in una particolare regione del dipartimento Settentrionale di El Peten, al confine con il Messico e il Belize.
Uno dei reperti più importanti è quello relativo ad una piramide alta circa 30 metri, scoperta a Tikal, mai venuta alla luce perché ricoperta dalla vegetazione dunque simile ad una collina.
Questi ritrovamenti così numerosi non devono stupire: i Maya sono stati uno dei popoli antichi del Centro America più popoloso (si stima che abbiano raggiunto una popolazione di più di 10 milioni di unità).
Le scoperte sono state agevolate tramite un sistema di rilevamento laser denominato Light Detection and Ranging (LiDAR) collocato a bordo di velivoli. Questi strumenti hanno realizzato vere e proprie mappe tridimensionali utilizzando le pulsazioni dei laser coadiuvate poi da un sistema GPS.
Grazie a questo sistema, secondo Marcello Canuto, uno degli archeologi impegnati nel progetto, non è più necessario attraversare a piedi, e naturalmente con notevoli difficoltà, queste zone praticamente nascoste dalle foreste.
Le immagini e le riprese dei nuovi ritrovamenti saranno presentate in un documentario televisivo che in andrà in onda l’11 febbraio su National Geographic.