
Il cambiamento climatico non riguarda solo l’atmosfera e le terre emerse ma anche gli oceani. Un nuovo studio, apparso su Nature, lo conferma e descrive quanto le ondate di calore oceaniche siano aumentate, addirittura raddoppiate nel corso degli ultimi 35 anni, molto probabilmente a causa del riscaldamento globale.
E non è finita qui: il numero di ondate di calore marine si moltiplicherà di altre cinque volte nel corso dei prossimi anni, con l’attuale tasso di cambiamento climatico.
Sembra ci sia poco da fare: secondo gli scienziati anche se gli esseri umani riuscissero a stare al di sotto dei 2 °C per quanto riguarda l’aumento di temperatura globale, limite imposto dai trattati di Parigi, le ondate di calore marino aumenteranno comunque in frequenza, intensità e durata.
C’è da ricordare che le ondate di calore nel mare sono state sempre posto in secondo piano per quanto riguarda gli eventi relativi cambiamenti climatici rispetto a ciò che accade sulla terraferma e nell’atmosfera.
E questo senza un motivo apparente, dato che queste ondate di calore possono distruggere interi ecosistemi o possono forzare intere colonie di animali acquatici a spostarsi da una zona all’altra di un oceano, cosa tra l’altro negativa anche per quanto riguarda la pratica della pesca.
Tra l’altro nello studio si cita anche “The Blob”, un forte vento di riscaldamento delle acque di circa 6 °C che si è protratto per più di un anno al largo delle coste della California. Questo evento ha, tra l’altro, messo in pausa la pesca dei granchi, ha portato alla morte molti leoni marini, balene e uccelli marini e ha generato una particolare fioritura di alghe tossiche.
Fonti e approfondimenti
- Climate change multiplies harmful marine heatwaves | AFP.com (IA)
- Marine heatwaves under global warming | Nature (DOI: 10.1038/s41586-018-0383-9) (IA)