
Potrebbe essere molto importante per quanto riguarda la nostra comprensione dei cosiddetti “ritmi circadiani” il nuovo studio pubblicato sulla rivista European Heart Journal – Digital Health, i cui risultati sono stati descritti da un comunicato della Società Europea di Cardiologia.[1] Il concetto dei ritmi circadiani verte sulla concezione secondo la quale il nostro corpo ha una sorta di orologio interno che scandisce i nostri ritmi vitali nel corso della giornata. Il ritmo circadiano segue la durata del giorno (24 ore) e regola molte funzioni fisiche così come diverse funzioni mentali, come spiega David Plans dell’Università di Exeter, uno degli autori del nuovo studio.[1]
I dati
I ricercatori hanno prelevato i dati di più di 88mila persone contenuti in una biobanca britannica e raccolti tra il 2006 e il 2010. I soggetti avevano un’età media di 61 anni e il 58% di essi erano donne. Tra i dati c’erano quelli relativi all’orario dell’inizio del sonno e all’orario del risveglio. Questi dati erano stati raccolti tramite accelerometri da polso.
C’erano inoltre vari dati inerenti le risposte che gli stessi partecipanti hanno dovuto dare a vari questionari con domande come quelle sul loro stile di vita e sulla loro salute. Inoltre c’erano i dati delle loro patologie cardiovascolari raccolti in un follow-up medio di 5,7 anni.[1]
Incidenza di malattie cardiovascolari più bassa in che andava a dormire tra le 22 e le 23
Il 3,6% dei soggetti sviluppava malattie cardiovascolari e i ricercatori scoprivano che l’incidenza risultava più bassa in quei soggetti che andavano a dormire in un orario compreso tra le 22 e le 23 rispetto ai soggetti che andavano a dormire dopo o prima di questo orario. Il collegamento persisteva anche dopo l’aggiustamento di vari fattori di eventuale disturbo come l’età, il fumo, l’indice di massa corporea, altre patologie come il diabete o livelli anomali di colesterolo, eccetera.[1]
Tra le 22:00 e le 22:59: l’orario perfetto per addormentarsi
Nello specifico i ricercatori scoprivano che chi andava a dormire tra le 23:00 e le 23:59 mostrava un rischio maggiore di incorrere in malattie cardiovascolari del 12% rispetto a chi andava a dormire tra le 22:00 e le 22:59.
Chi andava a dormire da mezzanotte in poi mostrava questo rischio più grande del 25%. Inoltre anche chi andava a dormire prima delle 22:00 mostrava un rischio maggiore di incorrere in malattie cardiovascolari rispetto che andava a dormire tra le 22:00 e le 22:59.[1]
Differenze tra uomini e donne
Questi collegamenti risultavano più consistenti nelle donne. Negli uomini rimaneva consistente solo il collegamento dell’inizio del sonno prima delle 22:00.
Secondo i ricercatori questo può essere spiegato forse con una differenza nel sistema endocrino, in particolare in come risponde alle deviazioni dal ritmo circadiano. Tuttavia considerando l’età avanzata dei partecipanti allo studio c’è da spiegare che il rischio cardiovascolare nelle donne aumenta dopo la menopausa e questo potrebbe essere un fattore disturbante. In effetti, forse, eseguendo lo stesso esperimento con pazienti di un’età più variegata la differenza potrebbe scomparire, come ammette Plans.[1]
Esiste un orario ottimale per andare a dormire
Secondo Plans si tratta di risultati che mostrano che esiste un orario ottimale per andare a dormire, una sorta di punto specifico del ciclo circadiano di 24 ore. Deviare da questo orario sembra essere dannoso per la salute cardiovascolare.
L’orario più “rischioso” per andare a dormire sembra essere dopo la mezzanotte. Probabilmente questo è da spiegare con il fatto che chi va dormire troppo tardi ha meno probabilità di vedere la luce del mattino, una cosa che “azzera l’orologio biologico”.[1]