
Può essere considerata come una nuova funzione dell’ormone prolattina quella individuata dai ricercatori dell’Università di Otago. La prolattina è un ormone prodotto dalla ghiandola pituitaria e i suoi livelli aumentano nel corso della gravidanza e durante il periodo dell’allattamento. Ha diverse funzioni ma quella scoperta dai ricercatori dell’università neozelandese non era stata mai individuata prima.[1] Lo studio è disponibile su PNAS.[2]
Una funzione molto utile
Come spiega Rosemary Brown, ricercatrice del Dipartimento di Fisiologia, si tratta in effetti di una funzione molto utile: l’ormone, come hanno scoperto i ricercatori, sembra limitare il comportamento aggressivo delle madri, di solito attuato dai mammiferi per proteggere i figli, affinché le stesse madri non si “distraggano” troppo. L’ormone sembra favorire la protezione e in generale l’interazione con la prole e sembra far sì che le madri pongano meno attenzione a ciò che succede intorno a loro.
In pratica l’ormone, come spiegano i ricercatori, sembra limitare il comportamento aggressivo che le madri possono mettere in atto per proteggere i piccoli, una regolazione comportamentale importante che in generale favorisce i piccoli.
Nucleo ipotalamico ventromediale
Gli stessi ricercatori avevano già scoperto che la prolattina sembra avere un ruolo in un’area del cervello denominato nucleo ipotalamico ventromediale, una regione assolta già conosciuta perché regola il comportamento aggressivo (sia nei maschi che nelle femmine), come spiega Brown.
I ricercatori hanno scoperto questa importante informazione effettuando esperimenti sui topi e utilizzando nuovi strumenti neuroscientifici, attivando e disattivando l’azione della prolattina sulle cellule bersaglio nel nucleo ipotalamico ventromediale.
Cosa fa la prolattina
Quello che fa la prolattina è agire in maniera molto potente su determinati gruppi di cellule in questa regione del cervello limitando il comportamento troppo aggressivo delle madri nei confronti di eventuali pericoli per i figli, un comportamento che in molti casi può essere pericolosamente distrattivo. Con l’azione della prolattina, le madri sembrano interagire più con i figli piuttosto che concentrarsi in maniera aggressiva sul mondo esterno.
Scoperta importante per disturbi dell’umore delle neomamme?
La scoperta potrebbe rivelarsi molto importante, come spiega Teodora Georgescu, ricercatrice del Dipartimento di Anatomia, per capire diverse cose del profilo comportamentale delle neomamme, ad esempio dei disturbi dell’umore: “La nostra speranza è che, capendo quando e come gli ormoni stanno cambiando il comportamento nelle madri, in futuro potremo sviluppare nuovi modi efficaci per aiutare queste donne”, spiega la ricercatrice.