
Un team di ricerca ha osservato un particolare buco nero che espelle materiale quasi alla velocità della luce. I ricercatori dell’Università di Oxford hanno utilizzato e-MERLIN, un array di radiotelescopi del Regno Unito con in base al Jodrell Bank Observatory. Hanno inoltre utilizzato i telescopi VLA e MeerKAT.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy e potrà rivelarsi utile per comprendere ancora di più riguardo ai potenti getti che schizzano via dai buchi neri, soprattutto quelli supermassicci che si trovano al centro delle galassie.
I ricercatori hanno infatti individuato MAXI J1820 + 070, un buco nero situato a 11.300 anni luce di distanza da noi rilevato per la prima volta già a marzo 2018 caratterizzato da forti e veloci espulsioni di materiali. In realtà non si tratta di vera e propria “espulsioni” ma di materiali, soprattutto gas, che “rimbalzano” prima di essere risucchiati dal buco nero, ossia prima di superare l’orizzonte degli eventi, e schizzano via a velocità altissime.
I materiali schizzati via si spostano così velocemente che, per un effetto solo apparente, sembrano muoversi più velocemente della velocità della luce (è un fenomeno noto, solo apparente e conosciuto come movimento superluminale).
“Usando le nostre osservazioni radio siamo stati in grado di stimare meglio quanta energia è contenuta in queste espulsioni usando un nuovo metodo per questo tipo di sistema”, spiega Joe Bright, uno dei ricercatori del Dipartimento di Fisica di Oxford impegnati nello studio.
MAXI J1820 + 070 potrebbe essere una versione in miniatura dei buchi neri supermassicci che si trovano al centro delle galassie e che ne determinano tutto il movimento gravitazionale.
Approfondimenti
- An extremely powerful long-lived superluminal ejection from the black hole MAXI J1820+070 | Nature Astronomy (IA) (DOI: 10.1038/s41550-020-1023-5)
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