
È di qualche mese fa la notizia secondo cui lo strato di ozono nell’antartico si sta riformando, una notizia che ha fatto tirare un sospiro di sollievo non a pochi. Lo strato di ozono nell’atmosfera sopra l’antartico è stato caratterizzato negli ultimi decenni dalla formazione di un vero e proprio buco che portò le principali nazioni inquinanti del mondo nel 1987 a concordare il cosiddetto protocollo di Montreal. Fortunatamente, grazie alle minori emissioni inquinanti, il cosiddetto “buco” si sta rimpicciolendo sempre di più.
Arriva però una nuova notizia, pubblicata oggi su Atmospheric Chemistry and Physics che stempera un po’ gli animi, per certi versi anche allarmante. Secondo questa nuova ricerca, Alle latitudini più basse l’ozono non si sta riformando, nonostante la “guarigione” del buco dell’ozono in atto nell’antartico. I ricercatori definiscono il risultato di questi nuovi studi come “sorprendente”, dal momento che non erano mai stati previsti in nessun modello precedente.
La causa di questa mancata ripresa, nonostante gli sforzi internazionali, resta al momento sconosciuta. Secondo Joanna Haigh, co-direttrice del Grantham Institute per i cambiamenti climatici e l’ambiente dell’Imperial College di Londra, una delle attrici della ricerca, “L’ozono è in serio declino a livello globale dagli anni ’80, ma mentre il divieto dei CFC sta portando a una ripresa ai poli, lo stesso non sembra essere vero per le basse latitudini.”
Se a ciò si aggiunge il fatto che il danno nelle latitudini più basse potrebbe essere addirittura peggiore rispetto a quello che si può configurare ai poli, in quanto le radiazioni ultraviolette sono più intense in queste regioni, ne consegue che il livello di preoccupazione e di attenzione deve comunque rimanere altissimo.
Secondo una delle teorie, alle latitudini più basse l’ozono non si sta riformando perché è in atto una alterazione del modello della circolazione atmosferica che fa sì che l’ozono venga trasportato via dalle zone è tropicali.
Un’altra teoria vede invece la causa nelle cosiddette sostanze a vita molto breve (Very short-lived substances, VSLS), composti di bromo e coloro utilizzati in prodotti quali solventi, verniciati e agenti sgrassante.