
Un gruppo di ricercatori ha scoperto che è possibile catturare e utilizzare il calore sprecato nei pannelli solari per un processo di distillazione dell’acqua affinché diventi pulita.
Nello studio i ricercatori dell’Università King Abdullah per la Scienza e la Tecnologia hanno infatti effettuato delle modifiche su classici pannelli solari per consentire e facilitare un processo di purificazione dell’acqua salata affinché possa essere bevuta in sicurezza.
I ricercatori hanno aggiunto vari strati sotto i pannelli solari che comprendevano un’unità di distillazione a tre stadi.
Il calore che non viene intercettato dal pannello solare fuoriesce dalla parte posteriore del pannello dove viene utilizzato per riscaldare dell’acqua salata. Una volta che quest’ultima è evaporata passa attraverso una membrana per poi condensarsi e divenire infine acqua potabile.
Questo processo di distillazione oltre a rimuovere il sale rimuove anche lo sporco e altre particelle, in particolare metalli pesanti pericolosi.
Inoltre i pannelli solari modificati in questo modo possono produrre in maniera più efficiente l’acqua distillata rispetto ai cosiddetti “alambicchi solari” , dissalatori per l’acqua di solito utilizzati in situazioni di emergenza.
Inoltre gli stessi pannelli solari non vedono ridotta la loro efficienza: semplicemente si utilizza il calore che altrimenti andrebbe disperso.
Sistemi del genere potrebbero naturalmente essere utilizzati in tutti i luoghi dove non è facilmente rintracciabile acqua potabile ma è presente acqua salata, ad esempio vicino al mare.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.
Approfondimenti
- Simultaneous production of fresh water and electricity via multistage solar photovoltaic membrane distillation | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-019-10817-6)