Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Lower Genital Tract Disease indossare jeans o pantaloni molto aderenti quattro o più volte a settimana e rimuovere i peli pubici possono aumentare il rischio di vulvodinia.
Quest’ultimo è un particolare dolore cronico, in parte debilitante, che riguarda la vulva che può colpire fino al 16% delle donne nel corso della loro vita.
Si tratta del primo studio che mostra un collegamento tra l’abbigliamento e la depilazione delle parti intime con una patologia che riguarda proprio queste ultime.
L’abitudine di depilare le parti intime si è diffusa sempre più negli ultimi anni, in particolare tra le adolescenti. Questa abitudine, secondo Bernard Harlow, professore di epidemiologia dell’Università di Boston e autore senior dello studio, far sì che microabrasioni e lesioni simili intorno a quest’area, già di per sé più sensibile, possano aggravarsi e portare a complicanze immunitario-infiammatorie.
Inoltre pantaloni molto attillati possono creare un ambiente che favorisce questo tipo di infezioni, in particolare lungo il tratto genitale, infezioni che possono essere associate al dolore vulvare.
La ricerca si è basata sui dati relativi a 213 donne con casi clinicamente confermati di vulvodinia. I dati di queste donne sono stati confrontati con quelli di altre 221 donne senza storia di disagio vulvare.
I risultati indicavano che chi indossava jeans o pantaloni molto stretti almeno quattro volte alla settimana risultava avere il doppio delle proprietà di soffrire di vulvodinia rispetto alle donne che indossavano pantaloni stretti raramente oppure mai.
Inoltre gli stessi risultati indicavano che quelle donne che avevano rimosso i peli dal mons pubis, la zona leggermente convessa che si trova proprio sopra genitale, risultava avere il 74% in più di probabilità di soffrire di vulvodinia rispetto alle donne che non rimuovevano i peli da questa zona oppure che rimuovevano i peli solo dalla zona bikini e dal resto della zona inguinale.