Papà “casalinghi” devono ancora affrontare grossi pregiudizi secondo studio

I papà e in generale i maschi che intendono restare maggiormente a casa per curare i figli e in generale l’ambiente domestico debbono far fronte ancora a grossi pregiudizi sociali secondo un comunicato apparso sul sito della rivista Psychology Today.
L’articolo, scritto dai ricercatori Damien W. Riggs e Sarah C. Hunter, presenta tra l’altro il loro nuovo libro Men Caregiving and the Media: The Dad Dilemma.

Molto spesso gli uomini si trovano a casa non per scelta ma perché disoccupati, altre volte la scelta è guidata dal fatto che la compagna guadagna un reddito più elevato e può essere in generale meno propensa a fare assenze sul lavoro.
Altre volte ancora, come rilevano gli stessi ricercatori, l’uomo sceglie di stare a casa semplicemente perché vuole essere un allevatore primario per i propri figli.

In ogni caso, qualunque sia la ragione, questi uomini devono affrontare delle vere proprie sfide in termini di pregiudizio sociale. Molto spesso si sentono isolati in quei contesti in cui deve apparire uno dei genitori, ad esempio ad una riunione scolastica, contesti nel corso dei quali quasi sempre è la madre a presenziare.
Questo isolamento psicologico, dettato dagli stessi pregiudizi, può far poi sentire inadeguati alcuni di loro che cominciano a farsi domande sul perché si trovano a casa a curare i figli invece di star fuori a lavorare. In generale questi uomini continuano a sentirsi obbligati a sottostare a vere proprie normative sulla mascolinità.

Soluzioni per queste persone possono essere rappresentate dall’unione con gruppi di altri uomini che forniscono lo stesso tipo di assistenza primaria: ciò può farli sentire meno soli. Ad aiutare possono essere anche le crescenti rappresentazioni mediatiche di uomini del genere che forniscono un’assistenza primaria ai propri figli al posto della madre.
Si tratta però di approcci mediatici abbastanza deboli e la tensione tra l’idea della mascolinità e il ruolo che questi uomini possono avere nei confronti della propria famiglia è ancora molto presente.

Ad esempio molti di questi uomini sono spesso costretti a dare vere e proprie giustificazioni riguardo al motivo per cui restano a casa, diversamente da quanto avviene per le madri per le quali la cosa invece appare “normale”.
Deve essere dunque messo in atto una sorta di processo di normalizzazione degli uomini “casalinghi”: proprio per ottenere questo si deve evitare di giudicare, anche di elogiare o lodare, queste persone e si devono sviluppare nuove strategie per coinvolgere gli uomini come genitori.

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