
Il parassita Toxoplasma gondii, un protozoo che può causare la toxoplasmosi, “manipola” le cellule del cervello per sopravvivere secondo uno studio pubblicato su Cell Host & Microbe.[2]
Nei casi più gravi, come riferisce un comunicato del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research (WEHI), la malattia può produrre difetti congeniti alla nascita e disfunzioni neurologiche nei bambini.[1]
Toxoplasma “dirotta” le cellule da invadere
Ushma Ruparel, ricercatrice che ha effettuato lo studio, spiega che questi parassiti secernono proprie molecole che poi vengono esportate nelle cellule cerebrali da invadere. In questo modo il può proteggersi dal sistema immunitario che fa più fatica ad individuarlo. Le modalità con le quali il Toxoplasma “dirotta” le cellule da invadere nella sua fase dormiente (la fase durante la quale non ha ancora causato la malattia e cerca solo di “sopravvivere”) non erano molto chiare, come spiega la Ruparel.[1]
Parassita secerne proteine per contrastare sistema immunitario
Nel nuovo studio i ricercatori hanno usato nuove tecniche di genomica e di imaging avanzato scoprendo che il parassita esporta proteine denominate “inibitore della trascrizione STAT1” (Inhibitor of STAT1 transcription, IST) nelle cellule per contrastare i segnali immunitari.
Il ruolo dell’IST, come spiega Chris Tonkin, professore ed altro autore dello studio, sembra essere importante perché protegge le cellule invase dalla morte procurata dal sistema immunitario.
Parassita disattiva interferone durante il periodo di “dormienza”
Lo fa limitando la segnalazione dell’interferone nei bradizoiti. “L’interferone è la molecola faro del sistema immunitario. Emette un segnale lampeggiante per informare il sistema immunitario che il corpo è stato infettato da una serie di malattie, incluso il toxoplasma”, spiega il ricercatore.[1]
Il parassita cerca di disattivare l’interferone durante un periodo di “dormienza” riuscendo a sopravvivere. Il parassita può poi riattivarsi innescando la malattia.
Non è chiaro perché in alcuni soggetti la malattia viene “innescata” e in altri no ma, come spiega il comunicato del WEHI, potrebbe esserci un rischio maggiore di riattivazione del parassita nei soggetti con carenze immunitarie o con lesioni cerebrali.
Parassita “subdolo” sopravvive nel cervello in maniera unica
Durante l’infezione cronica, come spiega il ricercatore, il parassita risiede nel cervello. Il suo modo di disattivare il sistema immunitario per sopravvivere è “unico”. Questi risultati, anche se raggiunti solo tramite analisi cellulari in laboratorio, potrebbe rivelarsi utile per comprendere finalmente le modalità con cui questo subdolo parassita si stabilisce nel cervello.
Ora i ricercatori vogliono capire come avvengono le infezioni croniche causate da questo parassita e se esiste una specifica proteina che produce e che ha un ruolo importante.[1]