Parente dell’odierno tasso del miele vissuto 5 milioni di anni fa descritto in un nuovo studio

Un tasso del miele odierno (Mellivora capensis) (credito: Jaffacity, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)

Uno stretto parente del tasso del miele (Mellivora capensis, detto anche ratel), un piccolo mammifero diffuso soprattutto in Africa, Medioriente e India, viene descritto in un nuovo studio pubblicato sul Journal of Vertebrate Paleontology.
Questo mammifero, denominato Mellivora Benfieldi, era già stato descritto circa quarant’anni fa grazie alle analisi di alcuni piccoli pezzi di mandibola. Tuttavia questi nuovi fossili offrono ulteriori dettagli e importanti informazioni di questi mammiferi vissuti all’incirca 5 milioni di anni fa, durante il Pliocene inferiore.

I nuovi resti fossili sono stati ritrovati nel West Coast Fossil Park, in Sudafrica. Proprio in questo sito già in passato sono stati ritrovati alcuni dei resti più importanti e ricchi di mammiferi vissuti all’incirca 5,2 milioni di anni fa tra cui gatti dai denti a sciabola, iene, orsi, sciacalli, manguste e parenti degli odierni elefanti, rinoceronti, cinghiali, giraffe e tanti altri.
L’odierno tasso del miele è un mammifero che appartiene alla famiglia dei mustelidi, una famiglia che comprende anche lontre, tassi e donnole.

I tassi del miele vivono soprattutto nell’Africa subsahariana e nell’Asia orientale, soprattutto in India. Può pesare tra i 9 e i 14 kg ed è conosciuto perché è uno degli animali più aggressivi al mondo tanto che anche i carnivori più grandi, tra cui gli stessi leoni, leopardi e le iene, tendono a starsene alla larga, come spiega Alberto Valenciano Vaquero, ricercatore degli Iziko Museums del Sudafrica oltre che dell’Università di Saragozza in Spagna nonché uno degli autori dello studio.
I nuovi fossili mostrano che il Mellivora benfieldi, la specie sudafricana, si è separata dai suoi simili del tardo Miocene dell’Africa centrale (Howellictis) e dell’Africa orientale (Erokomellivora), nonché dal tasso del miele odierno.

Gli scienziati che hanno eseguito lo studio suggeriscono anzi l’esistenza di due gruppi di mustelidi: i mellivorini, che comprendono il ratel odierno, quello di Langebaanweg e altri parenti rateliformi, e gli eomellivorini, caratterizzati da corpi più grandi.
“L’identificazione degli eomellivorini, che includono Eomellivora (dai continenti settentrionali) ed Ekorus (dall’Africa), identifica un gruppo di mustelidi giganti legati al ratel vivente che si sono adattati per l’inseguimento a differenza di tutti i mustelidi visti oggi, e potrebbero essersi evoluti in un tempo in cui i gatti di queste dimensioni erano rari o inesistenti”, spiega Lars Werdelin, ricercatore del museo svedese di storia naturale non coinvolto nello studio.

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