
Un comunicato del Murdoch Children’s Research Institute (MCRI) presenta un nuovo studio che ha analizzato l’eventuale esistenza di un collegamento tra il parto cesareo, sia con travaglio che senza, e le probabilità di allergia alimentare del bambino a 12 mesi di età rispetto al parto vaginale. I risultati, pubblicati in un nuovo studio apparso sul Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice,[2] sembrano mostrare che il parto cesareo non ha un impatto sulle probabilità di allergia del bambino.[1]
Collegamento tra la modalità del parto e il rischio di allergia alimentare
La ricerca è stata effettuata dalla professoressa del Murdoch Rachel Peters. Secondo quest’ultima il collegamento tra la modalità del parto e il rischio di allergia alimentare è sempre stato poco chiaro e in tal senso questo studio potrà essere d’aiuto.[1]
Lo studio con i dati di 2045 bambini
La ricercatrice ha utilizzato i dati di 2045 bambini contenuti in uno studio australiano. La ricercatrice rilevava che il 30% dei bambini era nato con il taglio cesareo. Scopriva che il 12,7% dei nati con parto cesareo era affetto da un’allergia alimentare rispetto al 13,2% dei bambini nati comparto vaginale.[1]
Non sono state individuate differenze significative tra parto cesareo e quello vaginale
La professoressa spiega chiaramente che non sono state individuate differenze significative tra parto cesareo e quello vaginale. Non c’erano neanche particolari differenze, sempre in relazione alle probabilità di allergia alimentare del bambino, tra taglio cesareo eseguito prima dell’inizio del travaglio e taglio cesareo eseguito dopo. E non c’erano differenze neanche tra tagli cesarei di emergenza e tagli cesarei elettivi.[1]
Esposizione minore ai batteri dell’intestino e della vagina della madre
La ricercatrice riferisce che la nascita tramite taglio cesareo può in effetti portare il bambino ad un’esposizione minore ai batteri dell’intestino e della vagina della madre. Questo può avere un’influenza sulla composizione dei batteri del bambino e quindi sullo sviluppo del suo sistema immunitario. In ogni caso questo non sembra avere un peso per quanto riguarda lo sviluppo delle allergie alimentari.[1]