Nuove scoperte per quanto riguarda l’aerodinamica delle zanzare, in particolare il suono del battito delle ali di questi insetti volanti, sono state fatte da ricercatori della Johns Hopkins University. I ricercatori hanno scoperto che il caratteristico ronzio che emettano le zanzare sbattendo le loro ali ha un ruolo nei rituali di accoppiamento.
Nello specifico i ricercatori hanno scoperto che le zanzare maschio tentano di “connettere” il proprio ronzio ad alta frequenza con il ronzio a bassa frequenza delle zanzare femmine. Per emettere questo ronzio particolare, i maschi sbattono le ali, organi lunghi e sottili, ad alte frequenze ruotandole rapidamente alla fine di ogni battito e ciò attrae in maschio che comincia un vero proprio inseguimento in “connessione” con l’eventuale partner.
Le stesse zanzare si sono evolute adattando la propria autonomia e la propria fisiologia del volo per svolgere un duplice compito nel corso del volo stesso: spostarsi e “flirtare” allo stesso tempo.
È proprio la rapida rotazione delle ali a generare il movimento affinché possano librarsi nell’aria e, allo stesso tempo, il “tono alare” nella direzione in avanti.
“Se sto parlando con te e giro le spalle, avrai difficoltà a sentirmi,” spiega Rajat Mittal, professore di ingegneria meccanica che ha eseguito lo studio insieme al professor Jung-Hee Seo. “Devono essere in grado di dirigere correttamente i loro suoni.”
Questo rapido sbattimento delle ali risulta più veloce e con un intervallo più breve rispetto ad altri insetti alati delle stesse dimensioni, come i moscerini della frutta. Ed è proprio per questo motivo che il ronzio delle zanzare ci risulta molto più fastidioso e in ogni caso più identificabile rispetto al ronzio di altri insetti volanti.
Secondo i ricercatori queste scoperte potrebbero essere di utilità per la costruzione di droni più silenziosi oppure per realizzare nuovi sistemi per sterminare le zanzare, e quindi i parassiti che trasportano.
Approfondimenti
- Mechanism and scaling of wing tone generation in mosquitoes – IOPscience (IA) (DOI: 10.1088/1748-3190/ab54fc)