Pelle umana coltivata in vitro tramite nuovo biochip, la scommessa dalla Spagna

Il dispositivo permette di "coltivare" pelle umana in vetro con costi nettamente inferiori (credito: UC3M)

La pelle potrebbe essere prodotta in vitro, con tecnologie che prevedono il posizionamento di tessuti multistrato, molto più facilmente grazie ad un nuovo biochip creato da un team di ricercatori dell’Universidad Carlos III de Madrid (UC3M), dell’Universidad Politécnica de Madrid (UPM) e di altri istituti.
Secondo quanto spiega il comunicato dell’università madrilena, la produzione in vitro di pelle umana, da realizzare poi nei test in medicina o per utilizzi quali quelli nel settore cosmetico, potrebbe vedere i costi abbattuti di molto.

Il biochip è fatto da strati di vinile adesivo biocompatibile. Leticia Valencia, una delle ricercatrici presenti nel gruppo che sta lavorando al biochip, spiega che di solito gran parte dei “dispositivi microfluidici sono sviluppati utilizzando la litografia ultravioletta, una tecnica molto costosa e complessa che richiede strumenti altamente specializzati e personale altamente qualificato. Al contrario, la nostra tecnologia è molto economica, accessibile a qualsiasi laboratorio e versatile, poiché il suo design può essere modificato virtualmente gratuitamente”.

Il nuovo biochip fa sì che la coltura cutanea possa essere lavorata in vitro direttamente nel biochip. In quest’ultimo i flussi sanguigni vengono simulati in un canale inferiore mentre la pelle viene prodotta in un canale superiore e nutrita tramite una membrana che va dal canale inferiore a quello superiore. Lo stesso biochip viene intubato, poi, in un ambiente con umidità controllata con il 5% di anidride carbonica e con una temperatura di 37° centigradi.

Con questo nuovo metodo si potrebbero sostituire i metodi che attualmente si mettono in atto per produrre pelle in laboratorio tramite campioni animali. Attualmente le leggi dell’Unione Europea, infatti, non vedono di buon occhio la produzione di prodotti cosmetici, per esempio, a partire da campioni prelevati da animali.
Inoltre con questi nuovi metodi si potrebbero creare modelli cutanei personalizzati, come spiegano i ricercatori: si preleverebbero le cellule da un soggetto umano e si potrebbero poi creare in laboratorio dei modelli cutanei utilizzando le loro stesse cellule della pelle, una cosa che favorirebbe moltissimo i vari trattamenti o addirittura la produzione dei farmaci.

Note

  1. A new biochip that reduces the cost of manufacturing in vitro skin has been developed | UC3M
  2. Generation of a Simplified Three-Dimensional Skin-on-a-chip Model in a Micromachined Microfluidic Platform – PubMed (DOI: 10.3791/62353)
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