
Il rimpicciolimento dei dispositivi elettronici rappresenta uno dei più grossi progressi tecnologici degli esseri umani. Questo tipo di progresso è reso possibile tramite l’utilizzo o la scoperta di nuovi materiali che permettono di costruire circuiti elettrici in spazi sempre più piccoli.
È proprio in questo contesto che si introduce la scoperta fatta da un gruppo di scienziati dell’Università di Chicago che hanno collaborato con la Cornell University e con l’Argonne National Laboratory per sviluppare pellicole estremamente sottili fatte di materiali organici che, come spiegato nello studio pubblicato su Science, potrebbe rappresentare un nuovo trampolino di lancio verso un elettronica ancora più piccola e con nuove capacità.
La pellicola risulta molto più efficiente alle temperature estremamente elevate che di solito sono necessarie per produrre pellicole inorganiche. I ricercatori hanno già testato questa pellicola come condensatore elettrico ottenendo buoni risultati, cosa che ispira una certa fiducia per eventuali utilizzi nel elettronica.
Tuttavia gli stessi ricercatori pensano ad altri possibili utilizzi: nanorobot, tessuti che si piegano o assumono una certa forma quando esposti all’acqua o alla luce, membrane per filtrare l’acqua o per rendere più efficienti le batterie, sensori per individuare tossine e perfino possibili utilizzi nel settore della computazione quantistica.
“Se riesci a trasformare materiali in strati atomicamente sottili, puoi impilarli in sequenze e ottenere nuove funzioni, e ci sono alcuni ottimi motivi per pensare che le pellicole organiche possano essere davvero utili”, riferisce Yu Zhong, uno degli autori dello studio. “Ma fino ad ora è stato molto difficile controllare lo spessore della pellicola e realizzarle in grandi quantità.”