Perdita di olfatto e gusto collegati a infezione di COVID-19, lo conferma un altro studio

I primi risultati empirici riguardo al rischio di perdere il senso dell’olfatto e del gusto da parte di persone che sono rimaste infette dal virus della COVID-19, la malattia polmonare provocata dal virus SARS-CoV-2, sono riportati in un nuovo studio apparso su International Forum of Allergy & Rhinology.
La ricerca, effettuata da ricercatori dell’Università della California a San Diego, mostra che, dopo la febbre e l’affaticamento, la perdita dell’olfatto e del gusto sono tra i principali sintomi iniziali di chi è rimasto infetto da COVID-19, come spiega Carol Yan, otorinolaringoiatra e chirurgo presso il suddetto istituto.

I ricercatori hanno analizzato 1480 pazienti con sintomi simili influenzali e con preoccupazioni riguardo alla potenziale infezione da COVID-19. Di questi pazienti, 102 risultano positive al virus. Soprattutto lo studio mostrava una prevalenza elevata di alcune menomazioni sensoriali nei pazienti positiva COVID-19.
La perdita di olfatto e gusto era di solito profonda e non lieve ma il tasso di recupero di questi due sensi risultava comunque elevato e il recupero avveniva generalmente in due o quattro settimane a seguito dell’infezione. In genere riacquistare questi due sensi significava aver recuperato completamente dalla malattia.

Cosa singolare: quelle persone che riferivano maggiormente di avere il mal di gola, un sintomo che di solito è considerato “classico” per quanto riguarda l’influenza, risultavano quelle più negative al COVID-19.
“Il nostro studio non solo ha dimostrato che l’elevato impatto su odore e sapore è specifico dell’infezione da COVID-19, ma fortunatamente abbiamo anche scoperto che per la maggior parte delle persone il recupero sensoriale era generalmente rapido”, riferisce Yan. “Tra i pazienti Covid-19 con perdita dell’olfatto, oltre il 70% aveva riportato un miglioramento dell’olfatto al momento del sondaggio e di quelli che non avevano riportato miglioramenti, molti erano stati diagnosticati solo di recente.”

Ora la perdita dell’olfatto e del gusto potrebbe essere considerata come un requisito o finanche un marcatore per testare pazienti i quali potrebbero essere eventualmente positivi al nuovo coronavirus.
“La nostra speranza è che con queste scoperte altre istituzioni seguano l’esempio e non solo elenchino l’ odore e la perdita del gusto come sintomo di COVID-19, ma lo utilizzino come misura di screening per il virus in tutto il mondo”, riferisce ancora la Yan.

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