Un particolare ed interessante risultato è stato raggiunto dai ricercatori dell’Università della California Meridionale (USC) riguardo alle persone affette da COVID-19. Secondo gli stessi scienziati queste ultime mostrerebbero più accondiscendenza e buona volontà non solo verso gli esseri umani ma anche verso le macchine simili a quelle umane. Come spiega Jonathan Gratch, ricercatore presso l’ Institute for Creative Technologies dell’ USC, quando le persone sono angosciate da pensieri quali un’infezione grave, tendono a trattare le macchine un po’ come se fossero persone: “Abbiamo trovato una maggiore fiducia nella tecnologia a causa della pandemia e una chiusura del divario tra esseri umani e macchine”, spiega lo stesso Gratch, che è anche l’autore senior dello studio.[1]
Gli scienziati, che hanno pubblicato i risultati il proprio studio su iScience,[2] hanno fatto infatti alcuni esperimenti su individui con o senza COVID 19 facendoli partecipare al “gioco del dittatore” (un metodo molto utilizzato in campo psicologico basato sulla decisione del giocatore di fornire denaro o meno[3]) e facendo utilizzare loro dei computer.
In maniera a forse inaspettata, i ricercatori notavano che gli individui affetti da COVID-19, rispetto alle persone sane, tendevano a mostrare lo stesso livello di altruismo nei confronti dei computer nonché dei partner umani.
Secondo Gratch, nel corso di questa pandemia le percezioni sul valore della tecnologia sarebbero aumentate, cosa che ha portato ad un atteggiamento più favorevole nei confronti delle stesse macchine. Ad aumentare questa fiducia, secondo lo scienziato, sarebbe stata anche la velocità con la quale è stato creato il vaccino contro il nuovo coronavirus, praticamente a tempo di record, una cosa che ha letteralmente rinnovato, secondo i ricercatori, la fiducia stessa nella tecnologia.[1]