Pesce della barriera corallina fa allevare figli da altri pesci

Un pesce del genere Altrichthys (credito: Bernardi, G., .fishbase.org, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)

Un insolito comportamento di una specie di pesce della barriera corallina è stato studiato da un team di ricercatori dell’Università della California a Santa Cruz.
Si tratta di un esempio di parassitismo da cova, un fenomeno che si può vedere diverse specie animali, spesso negli uccelli, e che si verifica quando i figli vengono curati non dai genitori. Si possono infatti vedere specie di uccelli che depongono le uova nei nidi di altri esemplari piuttosto che nidi propri.

Il ricercatore Giacomo Bernardi, professore di ecologia e biologia evoluzionistica, ha studiato questo fenomeno nei pesci del genere Altrichthys. Come dichiara lo stesso ricercatore, si tratta di un fenomeno molto raro nei pesci della barriera corallina in quanto le larve deposte dai pesci che vivono in questo ambiente di solito si disperdono e vanno alla deriva con le correnti prima di depositarsi sulla barriera stessa. La stessa nascita di questi pesci e il loro sviluppo iniziale è un terno al lotto dato che 99% delle uova viene mangiato dai predatori.

I ricercatori hanno notato una specie che non forniva cure parentali e, svolgendo vari test genetici, si sono accorti che molti genitori di Altrichthys sono soliti prendersi cura di nidiate miste. Queste nidiate spesso erano composte da piccoli di famiglie geneticamente diverse ma dimensioni simili. Il ricercatore crede che esistono pesci che depongono uova nei nidi di altre coppie e che dunque si tratti di un esempio di parassitismo da cova: “Se non è un parassitismo da cova, allora un’intera serie di pesciolini dovrebbe nuotare e essere adottata. Ciò sembra improbabile perché i nidi sono molto distanti e la mortalità è enorme per i piccoli non protetti”.

Si tratterebbe, se questa pratica fosse confermata, di un’importante strategia di sopravvivenza per questi pesci. Tuttavia controllare i nidi di questi pesci, che sono molto profondi all’interno del corallo, risulterebbe troppo distruttivo per quest’ultimo e proprio per questo il ricercatore ha intenzione di fare esperimenti con gli Altrichthys all’interno di vasche controllate.

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