
Come fa il batterio responsabile della peste a eludere così bene i metodi di contrasto del sistema immunitario umano? È la domanda a cui un team di ricercatori ha cercato di rispondere realizzando un nuovo studio pubblicato su Microbiology Spectrum.
Il batterio della peste, denominato Yersinia pestis, ci riesce eludendo i tentativi, da parte delle cellule infettate, di produrre la prostaglandina E2, un lipide molto importante perché è uno di quelli che informa il sistema immunitario dell’infezione in corso.
Sistema di comunicazione viene a mancare
Come spiega Mariola Edelmann, autrice senior dello studio nonché professoressa del Dipartimento di microbiologia e scienza cellulare dell’Università della Florida, quando lo Yersinia pestis infetta la cellula questo importante sistema di comunicazione viene a mancare e ciò favorisce la diffusione del batterio.
Gli scienziati hanno scoperto, ora, come questo batterio agisce a livello molecolare per mettere fine a questa comunicazione che permette al sistema immunitario di sapere che c’è un’infezione in corso.
Batterio Yersinia introduce enzimi nella cellula
Come spiega Austin Sheppe, un ex studente laureato nel laboratorio della Edelmann, il batterio Yersinia si serve di un particolare sistema di secrezione con il quale, tramite una sorta di ago, introduce alcuni enzimi nella cellula. Tra questi enzimi c’è anche quello che impedisce alla cellula stessa di produrre la prostaglandina E2.
Si tratta di un metodo che sembra contraddistinguere solo la famiglia del batterio Yersinia, la quale comprende tre ceppi: Yersinia enterocolitica e Yersinia pseudotuberculosis, che possono causare disturbi gastrointestinali e che di solito vengono acquisiti tramite gli alimenti, e lo stesso Yersinia pestis, il batterio che causa la peste bubbonica. Questo batterio, durante il medioevo, provocò decine di milioni di morti solo in Europa.
Yersinia schivano sistema immunitario evitando produzione di prostaglandina E2
“La ricerca precedente mostra che il sistema immunitario umano ha difficoltà a rilevare e eliminare le infezioni da Yersinia, ma il meccanismo preciso era sconosciuto”, spiega Edelmann. “I nostri risultati suggeriscono che la capacità dei batteri Yersinia di schivare il sistema immunitario evitando la produzione di prostaglandina E2 potrebbe essere ciò che li rende così problematici”. [1]