
Esistono pianeti extrasolari aridi ed infuocati, anche di più rispetto a Venere, di solito perché sono molto vicino alla loro stella. Alcuni di essi hanno superfici che fondono perennemente in un mare di lava fusa.
In passato qualche studio ha mostrato che alcuni di questi pianeti sono molto luminosi, in maniera abbastanza insolita, e il motivo non è ancora chiaro.
Un gruppo di scienziati del MIT propone un approccio teorico: questo bagliore “inatteso” non è da spiegare nella lava fusa e neanche nel vetro raffreddatosi, ossia lava che si è molto velocemente solidificata.
I ricercatori hanno infatti eseguito esperimenti sciogliendo varie rocce in una fornace e eseguendo misure della luminosità della lava che ne risultava, così come quella del vetro raffreddatosi. I risultati dell’esperimento mostravano chiaramente che una materia del genere, anche ad altissime temperature, non può emettere la luminosità che si è vista in alcuni di questi pianeti.
Secondo i ricercatori la luminosità potrebbe essere ricondotta alle atmosfere ricche di metalli con relative nuvole molto riflettenti. Tuttavia ulteriori studi andranno condotti per verificare queste teorie e in generale per capire il motivo di tale luminosità.
Come afferma Zahra Essack, studente laureato del Dipartimento di Scienze della Terra del MIT, c’è ancora molto da comprendere su questi pianeti con oceani di lava. Nonostante possano essere considerati sfere di roccia incandescenti, essi potrebbero in realtà avere complessi sistemi geologici, relativi anche alla superficie, e complesse atmosfere “esotiche” che ancora non comprendiamo e che probabilmente non abbiamo mai visto. Questo studio, rintracciabile sull’Astrophysical Journal, anche se non spiega il fenomeno, restringe almeno le possibilità da poter prendere in considerazione, una cosa che risulta molto utile per studi futuri sull’argomento.
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