Pianeti del sistema TRAPPIST-1 sembrano avere orbita allineata con la stella

Almeno tre dei pianeti del sistema di TRAPPIST-1 sembrano avere un'orbita allineata con la rotazione della stella (credito: NAOJ)

I pianeti esistenti nell’interessante sistema TRAPPIST-1 probabilmente girano intorno alla loro stella in maniera non disallineata con la rotazione della stessa stella. Si tratta di un’informazione importante non solo per comprendere l’evoluzione stessa dei sistemi planetari, soprattutto quelli che si formano intorno a stelle con massa relativamente bassa come la nana rossa ultra fredda TRAPPIST-1, ma anche per capire la storia dei pianeti più vicini a questa stella, soprattutto quelli compresi nella zona abitabile.

Nel sistema solare le orbite di tutti i pianeti sono allineate entro sei gradi con la rotazione del Sole e da quando gli esopianeti sono diventati scoperte comuni, gli astronomi hanno cominciato a chiedersi se gli stessi pianeti si formino con orbite già disallineate oppure si disallineino nel corso del tempo, ad esempio sbalzati da qualche tipo di perturbazione.
Determinare il tipo di disallineamento dei pianeti interni del sistema TRAPPIST-1, tra cui i tre piccoli pianeti rocciosi che tanto interesse hanno creato negli astronomi, è importante anche in termini di potenziale abitabilità dei pianeti stessi.

Il fatto che questi pianeti interni ruotino in maniera non disallineata intorno alla stella è stato scoperto da un team di ricercatori tra cui quelli dell’Istituto di Tecnologia di Tokyo e del Centro di Astrobiologia in Giappone che hanno utilizzato le telescopio Subaru.
Hanno approfittato di una rara possibilità: il 31 agosto 2018 tre pianeti del sistema sono transitati di fronte alla stella (dal nostro punto di vista) durante una sola notte e due di questi tre pianeti erano proprio quelli rocciosi nella zona abitabile.

Grazie all’alta risoluzione spettrale dello spettrografo ad infrarossi del telescopio Subaru, i ricercatori sono riusciti a misurare l’obliquità stellare (l’angolo di rotazione rispetto all’orbita) scoprendo che era molto bassa, vicina allo zero. Questi dati, dunque, suggeriscono, come spiegano gli stessi ricercatori, un certo allineamento della rotazione della stella con gli assi orbitali dei pianeti anche se dati più precisi dovranno essere raccolti in futuro per averne una conferma.

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