
Abbiamo diversi telescopi spaziali ma tutti orbitano più o meno vicino alla Terra. Anche il telescopio James Webb, che dovrebbe essere lanciato entro dicembre di quest’anno, che pur sarà posizionato ad una distanza ben maggiore rispetto a tutti gli altri telescopi spaziali lanciati dall’uomo, si troverà più o meno sempre nelle vicinanze della Terra.
Piccolo telescopio nell’orbita di Saturno?
Secondo Michael Zemcov, un astrofisico del Rochester Institute of Technology, attualmente impegnato nell’analizzare la formazione della struttura dell’universo, si potrebbe prendere in considerazione la costruzione di un telescopio spaziale di piccole dimensioni che però vada a posizionarsi non nell’orbita terrestre, e neanche nei punti di Lagrange, ma molto più lontano, oltre l’orbita di Saturno. I vantaggi, secondo lo scienziato, sarebbero considerevoli come spiega in un nuovo articolo su The Conversation.
Un telescopio di una decina di chili
Si parla, dunque, di lanciare un telescopio spaziale a più di uno miliardo e mezzo di chilometri di distanza, una cosa tecnicamente non impossibile ad oggi, visto che abbiamo lanciato diverse sonde anche più lontano, nelle zone quasi periferiche del nostro sistema solare. Il progetto potrebbe essere realizzato a patto che il telescopio abbia dimensioni non ragguardevoli. Sicuramente non potrà avere le dimensioni di un James Webb e neanche quelle di un Hubble.
Secondo Zemcov si potrebbe comunque costruire un piccolo telescopio, con una lente grande quanto una piccola lastra e con un peso di neanche 10 kg, il quale potrebbe essere molto più agevolmente collocato in orbita intorno a Saturno o anche più lontano.
Utile per analizzare struttura del sistema solare
Il telescopio sarebbe piccolo ma il vantaggio risiederebbe tutto nella lontananza dal sole: la luce brillante di quest’ultimo è un elemento di disturbo considerevole e rende alcune tipologie di osservazioni addirittura impossibili.
Guardare ed osservare con un telescopio spaziale il sistema solare da un punto un po’ più periferico come quello dell’orbita di Saturno servirebbe per ottenere numerose ed utilissime informazioni, ad esempio riguardanti la forma dello stesso sistema solare oltre alla distribuzione dei pianeti, delle lune e di quant’altro risiede al suo interno.
Il misterioso disco di polveri e gas intorno al Sole
Guardando da una certa distanza verso il sole si potrebbero inoltre ottenere informazioni riguardo l’alone di polveri e materiali che orbita intorno al Sole. Quest’ultimo, infatti, è letteralmente circondato da un disco di cui poco sappiamo perché, sostanzialmente, ci siamo troppo vicini per osservarne e analizzarne appieno la struttura.
La “foschia” che ci oscura la vista
Inoltre la luce del sole viene riflessa da questo disco di polvere e giunge sulla Terra creando una sorta di foschia centinaia o migliaia di volte più luminosa della luce delle altre galassie che gli astronomi quotidianamente tentano di osservare ed analizzare.
Questa “foschia” oscura la vista di molti oggetti osservati dal nostro pianeta. Con un telescopio al di fuori di questa nube e che subisca di meno la luce del sole si potrebbero abbassare di molto gli effetti disturbanti a tutto vantaggio delle osservazioni astronomiche.
Varie possibilità
Secondo Zemcov, per esempio, otterremmo utilissime informazioni riguardo alle modalità con le quali la materia si è andata condensando, durante le prime fasi dell’universo, per formare le prime stelle. Si potrebbero inoltre eseguire osservazioni per testare diversi modelli dell’universo misurando con livelli di precisione senza precedenti la luce proveniente dalle galassie. Infine si potrebbero sfruttare molto meglio gli effetti di lente gravitazionale, un effetto ottico dell’universo che ci permette di osservare oggetti che, senza quest’effetto, sarebbero impossibili da osservare.