
Passi avanti notevoli sono stati fatti negli ultimi anni per quanto riguarda la pelle artificiale e tutti quei prodotti che tendono ad imitare la pelle umana nel campo bioingegneristico. Tuttavia una delle caratteristiche più difficili da riprodurre è la pigmentazione della pelle umana che vanta strutture e disegni alquanto complessi che denotano una particolare distribuzione delle cellule della pelle.
Un nuovo studio, pubblicato su Biofabrication, è dedicato proprio ad una nuova tecnica per ricostruire la pigmentazione della pelle umana tramite una biostampante 3D.
Tramite quest’ultima è stato possibile infatti controllare la distribuzione delle cellule della pelle atte a produrre melanina. Le cellule utilizzate sono di tre tipi: cheratinociti, melanociti e fibroblasti. Le stesse cellule sono state distribuite su uno substrato di tessuto biomimetico per produrre una pigmentazione cutanea molto simile a quella reale.
Secondo Wei Long, uno degli autori della ricerca, il sistema della biostampa 3D è perfetto per ricostruire pelle biomimetica in grandi quantità in quanto altamente ripetibile, caratteristica tipica di una stampante 3D.
Il sistema vede due fasi: prima si fabbrica una struttura a base di collagene poroso e poi si depositano su quest’ultimo cellule epidermiche. Il sistema potrebbe tra l’altro essere utilizzato anche per realizzare test tossicologici e ricerche biologiche cellulari.
Fonti e approfondimenti
- Human skin pigmentation recreated – with a 3D bioprinter – IOP Publishing (IA)
- Proof-of-concept: 3D bioprinting of pigmented human skin constructs – IOPscience (IA)
- DOI: 10.1088/1758-5090/
- Autori ricerca: Wei Long Ng, Jovina Tan Zhi Qi, Wai Yee Yeong, May Win Naing
- Crediti immagine: Skin | Adrian Scottow | Flickr, (CC BY-SA 2.0), cropped