Pioggia coronale osservata per la prima volta in stella di dimensioni simili a quelle di Giove

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Come spiega un comunicato dell’Università della Pennsylvania, i ricercatori hanno scoperto per la prima volta il fenomeno della “pioggia coronale” su una stella nana M ultrafredda, una stella di dimensioni paragonabili a quelle di Giove, ed è la prima volta.
I ricercatori hanno realizzato osservazioni spettroscopiche ad alta risoluzione relative ad un brillamento solare individuato su una stella fredda. Le indagini suggeriscono fortemente che il brillamento possa aver provocato la pioggia coronale.

La pioggia coronale

La pioggia coronale è un fenomeno che è stato scoperto sul nostro Sole. Il fenomeno vede gli atomi del plasma nei pressi della corona, una zona della superficie del Sole, “eccitarsi” a causa di un brillamento e ricadere verso il basso. Le particelle del plasma rimangono Intrappolati nel campo magnetico solare, un fenomeno che tra l’altro provoca anche un effetto abbastanza spettacolare.

Nana ultrafredda di dimensioni simili a Giove

I ricercatori hanno individuato il fenomeno in una stella nana ultrafredda di dimensioni simili a Giove. Si tratta di una delle stelle più piccole in cui è ancora possibile la fusione dell’idrogeno in elio.
I ricercatori hanno scoperto nel brillamento di una stella, denominata vB 10 e avente dimensioni di circa un decimo di quelle del Sole, uno spostamento della lunghezza d’onda di diverse linee anatomiche che ha prodotto la pioggia coronale coerenti con quelle di un fenomeno in cui il plasma caldo “piove” sulla superficie in maniera simile a quanto succede sul Sole.

Habitable-zone Planet Finder

La ricerca è stata svolta con i dati raccolti dal Habitable-zone Planet Finder, uno spettrografo situato sull’Hobby Eberly Telescope. Lo strumento ha rilevato lo spostamento verso il rosso dell’emissione di diversi atomi “eccitati” dal brillamento. I ricercatori hanno calcolato anche la velocità degli atomi che ricadevano verso la superficie della stella: circa 70 chilometri al secondo.
“Alcuni studi precedenti hanno suggerito la possibilità di pioggia coronale su stelle nane M, ma se la nostra interpretazione è corretta, questa sarebbe la prima osservazione quantitativa della pioggia coronale su una nana ultrafredda e la prima a utilizzare l’emissione di elio come indicatore”, spiega Shubham Kanodia, ricercatore della Penn State e uno degli autori dello studio.

Note

  1. A Harsh Test of Far-field Scrambling with the Habitable-zone Planet Finder and the Hobby–Eberly Telescope – IOPscience (DOI: 10.3847/1538-4357/abec83)
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