
Vivere in zone dove sono presenti più alberi e in generale più spazio verde può favorire il sonno e ridurre il rischio di non dormire per il numero di ore necessarie. È quanto hanno scoperto alcuni ricercatori che hanno pubblicato uno studio su SSM – Population Health.
Secondo i ricercatori i parchi, i boschi e gli spazi verdi vicino all’abitazione aiutano a contrastare gli impatti dell’inquinamento acustico e in generale del rumore e, soprattutto durante le estati, limitano l’impatto delle tipiche cappe di calore cittadine, situazioni che possono rendere problematico il sonno.
Inoltre, come spiegano i ricercatori in un articolo pubblicato su The Conversation, un contatto più ravvicinato con la natura riduce lo stress e il discorso vale ancora di più se lo spazio verde vicino all’abitazione, o comunque al locale dove si pernotta, è caratterizzato da un livello di biodiversità più alto, sostanzialmente da più specie di piante.
Non si tratta del primo studio che cerca collegamenti tra le piante e le zone “verdi” e la qualità del sonno. Gli altri studi, tuttavia, non hanno risolto il problema di fondo che può nascere da studi trasversali come questi: è lo spazio verde che supporta davvero un miglior sonno? Oppure i dati sono “macchiati” dal fatto che chi dorme meglio solitamente non ha problemi finanziari e in genere, proprio per questo, può permettersi abitazioni in quartieri migliori per quanto riguarda la presenza di verde?
Secondo i ricercatori questo nuovo studio longitudinale risolve questa problematica. I ricercatori hanno riscontrato probabilità più basse del 13% di incorrere in sonno insufficiente in quelle persone residenti in aree in cui il 30% o più della copertura del terreno, entro 1,6 km di distanza, presentava chiome di alberi.
I risultati erano coerenti anche dopo aver considerato vari fattori che potevano influenzare gli stessi risultati, fattori quali età, istruzione, sesso, codice lavorativo, reddito familiare, eccetera.