
Secondo quanto riferisce un comunicato della McMaster University, un quantitativo maggiore di grasso corporeo può essere considerato come un fattore di rischio per funzioni cognitive ridotte come la velocità di elaborazione del pensiero.[1] Lo studio è stato pubblicato su JAMA Network Open.[2]
I partecipanti allo studio, più di 9000, venivano analizzati per ciò che concerne la valutazione del grasso corporeo totale. I partecipanti avevano un’età compresa tra i 30 e i 75 anni e meno del 56% erano donne. Quasi 7000 di essi, poi, venivano sottoposti anche a risonanza magnetica per misurare il grasso addominale e il danno cerebrale vascolare (danni provocati da un minore flusso sanguigno al cervello in alcune aree).
I ricercatori scoprivano che una quantità maggiore di grasso corporeo e di tessuto adiposo viscerale poteva essere collegata a più grandi fattori di rischio cardiovascolare, di lesioni cerebrali vascolari e a punteggi cognitivi più bassi.
Il collegamento persisteva anche dopo l’aggiustamento di fattori quali il rischio cardiovascolare, il livello di istruzione e i danni vascolari celebrali.
Secondo quanto spiega Sonia Anand, specialista di medicina vascolare dell’Hamilton Health Sciences (HHS) e professoressa di medicina della McMaster, i risultati conseguiti dallo studio suggeriscono che prevenire o ridurre il grasso corporeo in eccesso può essere utile per preservare le funzioni cognitive.