
Anche Plutone, oggi considerato come un mondo del tutto ghiacciato, potrebbe avere un oceano liquido sotterraneo così come alcune delle lune di Giove e Saturno: è questa la sintesi di un nuovo studio apparso oggi su Nature Geoscience. I ricercatori credono che Plutone potrebbe essersi formato come un mondo relativamente caldo, formazione che sarebbe avvenuta in maniera molto rapida e violenta, per poi raffreddarsi e ghiacciare, però solo in superficie.
Questi ricercatori non sono i primi che teorizzano la presenza di un oceano sotterraneo sotto la coltre di ghiaccio su Plutone. Secondo diversi ricercatori, infatti, un oceano sotterraneo potrebbe essersi sviluppato molto tempo dopo la formazione del pianeta nano e l’acqua sarebbe rimasta liquida grazie al calore emanato dal decadimento degli elementi radioattivi nel nucleo.
I ricercatori dietro questo nuovo studio, invece, teorizzano che Plutone abbia avuto un inizio molto caldo, una formazione “esplosiva” per certi versi, e che quindi questo oceano si sia formato pressoché subito.
Oggi vediamo, quando guardiamo questo pianeta nano che si trova gli estremi periferici del sistema solare, un pianeta ghiacciato con una temperatura di -228 °C a livello superficiale, come spiega Carver Bierson, scienziato planetario dell’Università della California a Santa Cruz ed uno degli autori dello studio che è intervenuto su Space.com.
Per arrivare alla conclusione della nascita “violenta e calda” del pianeta nano, i ricercatori hanno analizzato alcune precise caratteristiche sulla superficie: l’acqua tende ad espandersi mentre si congela così come la stessa superficie del pianeta nano si allunga generando particolari strutture molto riconoscibili.
I ricercatori ritengono che se le fasi iniziali della formazione del pianeta fossero state fredde, il guscio ghiacciato esterno avrebbe subito una compressione. Invece hanno scoperto che le aree superficiali più antiche del pianeta nano non mostrano segni di compressione.
Se invece Plutone fosse stato caratterizzato da una formazione iniziale rapida, violenta e calda, questo calore avrebbe portato il guscio ghiacciato esterno a crescere rapidamente mentre il congelamento interno si sarebbe fermato con il calore della radioattività, fenomeni che creerebbero strutture estensive nel corso del tempo sulla superficie.
Una teoria che non si limiterebbe solo a Plutone: “Penso che la più eccitante conseguenza sia che gli oceani sotterranei potrebbero essere stati comuni tra i grandi oggetti della Cintura di Kuiper quando si sono formati”, spiega Bierson lasciando intendere che oceani liquidi sotto superfici ghiacciate potrebbero essere la norma in questi lontani pianeti nani del sistema solare. Notizia che a sua volta rinvigorisce l’idea che su di essi, in queste immense regioni d’acqua, potrebbe essersi originata la vita così come si è originata sulla Terra.
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