Pompe di benzina rilasciano vapori molto più tossici di quanto si pensasse in precedenza

Le stazioni di rifornimento di benzina sono sempre state malviste dagli ambientalisti per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria dovuto soprattutto ai cosiddetti “vapori” della benzina. Ora un nuovo studio, pubblicato dalla Columbia University, conferma che le stazioni di carburante rilasciano fumi molto più tossici di quanto si potesse pensare in precedenza.

Lo studio ha trovato che le emissioni delle stazioni di benzina risultano 10 volte superiore alle stime che vengono di solito utilizzate per quanto riguarda i permessi di costruzione delle stesse pompe di benzina intorno ad edifici particolari, come ad esempio scuole e parchi per bambini.
I risultati, apparsi su Science of the Total Environment, hanno confermato che i vapori della benzina contengono sostanze chimiche tossiche, come il benzene, un agente cancerogeno.

Le analisi sono state effettuate collegando direttamente i misuratori ai tubi di sfiato in due grandi stazioni di rifornimento negli Stati Uniti; le stesse misurazioni sono durate tre settimane.
Lo studio ha anche analizzato come il vapore di carburante veniva trasportato in aria a grosse distanze. Secondo le analisi, un’ora continua di esposizione alle sostanze chimiche dei vapori veniva superata per quanto riguarda entrambe le stazioni di servizio analizzate ad una distanza superiore a 50 metri, ben oltre i limiti imposti dai regolamenti.

I risultati sono confermati, in un articolo di presentazione della ricerca, anche dal primo autore Markus Hilpert, professore associato di Scienze della salute ambientale presso la Columbia Mailman School: “Abbiamo trovato prove del fatto che molto più benzene viene rilasciato dalle stazioni di servizio di quanto si pensasse in precedenza. Inoltre, anche durante un periodo di studio relativamente breve, abbiamo visto un certo numero di casi in cui le persone potevano essere esposte alla sostanza chimica in posizioni oltre la distanza di 300 piedi (circa 90 metri, ndr)”.

Fonti e approfondimenti

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