
Prima della fine di questo secolo la popolazione mondiale comincerà a ridursi, in alcune regioni in maniera drammatica. Si tratta di un’idea che sta prendendo sempre più piede tra scienziati e ricercatori e che sta letteralmente prendendo il posto di quella che invece sostiene che la sovrappopolazione mondiale aumenterà sempre di più rendendo finanche difficili gli approvvigionamenti di tipo alimentare o quelli riguardanti l’acqua.
Secondo Darrell Bricker e John Ibbitson, due giornalisti canadesi autori di un nuovo libro intitolato Empty Planet: The Shock of Global Population Decline e di un articolo pubblicato su Medium, già prima della fine di questo secolo, verosimilmente tra tre decenni, comincerà uno dei più grandi eventi di definizione della popolazione nella storia umana.
In quel periodo comincerà un lento declino della popolazione globale che sostanzialmente non finirà mai più. Si tratterà, come definiscono i due giornalisti, di “un implacabile abbattimento di generazione in generazione del gregge umano”, qualcosa che non è mai successo prima dato che la popolazione umana è tendenzialmente sempre aumentata anche in quei casi in cui sono avvenute catastrofi o potenti pandemie che l’hanno decimata solo sul breve periodo.
Per certi versi si tratterebbe di una notizia neanche tanto sorprendente dato che già le Nazioni Unite prevedono che la popolazione mondiale crescerà da 7 a 11 miliardi per stabilizzarsi già prima del 2100. Tuttavia negli ultimi tempi un numero sempre più grande di demografi e scienziati nel mondo ritiene che si tratti di previsioni troppo ottimistiche: il picco potrebbe avvenire già tra il 2040 e il 2060 quando la popolazione mondiale si assesterà sui 9 miliardi di persone.
Da quel momento in poi ci sarà il lento declino tanto che già entro la fine del secolo si potrebbe tornare al numero di persone attuali.
Lo dimostrano già alcuni importanti paesi nel mondo, paesi nei quali la popolazione sta già cominciando a diminuire. Si tratta di paesi quali Giappone, Italia, Spagna, Corea e diversi altri paesi dell’Europa orientale. Tuttavia l’elenco di questi paesi comincerà a crescere e presto saranno inclusi Cina, Brasile, Indonesia e perfino l’India, sinonimo di esplosione demografica.
I tassi di fertilità resteranno alti sono nell’Africa subsahariana e in alcune aree del Medio Oriente ma anche in queste regioni le cose cominceranno a cambiare quando le donne otterranno sempre di più un più facile accesso all’istruzione e in generale ad un controllo delle nascite. Sul medio-lungo termine si potrà fare lo stesso discorso anche per quanto riguarda il boom di nascite dell’Africa, sostanzialmente al momento incontrollato: finirà prima di quanto pensato anche da esperti demografi delle Nazioni Unite.
Il perché di queste previsioni sbagliate? I due giornalisti sottolineano che il tutto è da riportare in una scarsa previsione dei maggiori livelli di istruzione delle donne e a tal proposito riportano la risposta di Wolfgang Lutz, ricercatore dell’Università Economia e Commercio di Vienna: “Una volta che una donna è socializzata per avere un’istruzione e una carriera, è socializzata per avere una famiglia più piccola. Non c’è ritorno”.
Secondo un altro scienziato norvegese, Jørgen Randers, autore tra l’altro di un libro intitolato The Limits to Growth, la popolazione mondiale non raggiungerà nemmeno i 9 miliardi di persone ma si assesterà sugli 8 miliardi o poco più nel 2040 per poi cominciare a diminuire. Secondo lo scienziato a rallentare la popolazione sarà anche l’urbanizzazione selvaggia nei paesi in via di sviluppo e un aumento mai visto prima dei bassifondi urbani: “In una baraccopoli urbana, non ha senso avere una famiglia numerosa”.