Popolose colonie di batteri trovate in rocce sotto fondale del mare

Immagini al microscopio elettronico di fratture nelle rocce vulcaniche sotto il fondale del mare riempite di minerali argillosi che presentano colonie di batteri (credito: Doi: 10.1038/s42003-020-0860-1 | Communications Biology)

Una nuova scoperta conferma quanto la vita si possa adattare anche agli ambienti più difficili ed impensabili. Un professore dell’Università di Tokio, Yohey Suzuki, ha scoperto, infatti, insieme al suo team, forme di vita monocellulari che vivono nelle profondità del mare sotto il fondale in e crepe all’interno di rocce vulcaniche.

Era da circa 10 anni che gli scienziati stavano tentando di analizzare queste rocce ma anche solo raccogliere i campioni risultava molto difficile. Alla fine hanno utilizzato una speciale resina epossidica per garantire che la roccia manteneste sempre la sua forma mentre veniva tagliata.

Le crepe e nelle rocce sotto i fondali marini sembrano ospitare vaste comunità di batteri con una densità numerica simile a quella dell’intestino umano (circa 10 miliardi di cellule batteriche per centimetro cubo).
Una densità addirittura più alta di quella dei batteri che vivono nei sedimenti fangosi sul fondo del mare (e non sotto di esso), che è stimata in circa 100 unità per centimetro cubo.
Secondo i ricercatori, questa scoperta mostra, a questo punto, che la vita microbica può trovarsi ovunque si presentino rocce basaltiche nel sottosuolo che interagiscano con l’acqua.

Le crepe analizzate ricercatori sono causate da fenomeni vulcanici sottomarini che emettono lava ad una temperatura di circa 1200 °C. Questa lava, man mano che si raffredda, diventa vera e propria roccia con tantissime e strette crepe, spesso meno larghe di un millimetro.
Con il passare del milioni di anni, queste stesse crepe si sono riempite di minerali argillosi, un materiale grazie al quale i batteri aerobici sono riusciti a farsi strada e a trovare un habitat quasi ideale per vivere e moltiplicarsi.

“Queste crepe sono un luogo molto amichevole per la vita. I minerali di argilla sono come un materiale magico sulla Terra; se riesci a trovare minerali di argilla, puoi quasi sempre trovare microbi che vivono in essi”, spiega ancora Suzuki.
Lo stesso Suzuki, in relazione a questa importante scoperta, dichiara che ora si aspetta che sia trovata la vita anche su Marte, un ambiente forse ancora più adattabile di quello analizzato da lui e dei suoi i ricercatori: “Ora mi aspetto quasi troppo di poter trovare la vita su Marte. In caso contrario, vorrà dire che la vita si basa su un altro processo che Marte non ha, come la tettonica a zolle”.

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