Potrebbe esistere un universo “specchio” invisibile che interagisce con il nostro tramite la gravità

Credito: van van, Shutterstock, ID: 2130592673

Potrebbe esistere una sorta di “mondo specchio” del tutto invisibile a noi ma fatto di particelle che possono interagire con il nostro universo tramite la gravità. È la conclusione a cui sono arrivati alcuni ricercatori che hanno pubblicato uno studio su Physical Review Letters.[1]

Il problema della costante di Hubble

Il comunicato dell’Università del Nuovo Messico spiega che questa intuizione potrebbe essere d’aiuto per risolvere la questione della costante di Hubble, uno dei più grandi misteri dell’universo.
Per “costante di Hubble” si intende sostanzialmente la velocità dell’espansione dell’universo. I calcoli del modello standard della cosmologia non combaciano con le misurazioni. Come spiega il comunicato, si tratta di una vera e propria sfida: si vuole risolvere questa discrepanza ma senza distruggere del tutto il modello standard.

Nuova proprietà matematica del cosmo

I ricercatori Francis-Yan Cyr-Racine, dell’Università del Nuovo Messico, e Fei Ge e Lloyd Knox, dell’Università della California a Davis, hanno realizzato un nuovo studio in cui descrivono la scoperta di una proprietà matematica del cosmo che potrebbe, almeno in teoria, consentire un tasso di espansione dello stesso universo più rapido e potrebbe annullare la discrepanza tra le misurazioni e le previsioni del modello standard.
“Fondamentalmente, sottolineiamo che molte delle osservazioni che facciamo in cosmologia hanno una simmetria intrinseca nel ridimensionamento dell’universo nel suo insieme. Questo potrebbe fornire un modo per capire perché sembra esserci una discrepanza tra le diverse misurazioni dell’Universo tasso di espansione”, spiegano i ricercatori.

Potrebbe esistere un “universo specchio”

I calcoli effettuati dei ricercatori, spiega il comunicato dell’università americana, implicano la formulazione di una conclusione molto interessante: potrebbe esistere un “universo specchio”, simile al nostro universo ma che non possiamo vedere se non tramite un’interazione gravitazionale. L’esistenza di questo universo “oscuro” farebbe sì che i calcoli del modello standard e le misurazioni che effettuiamo possano “venirsi incontro”. “In pratica, questa simmetria in scala può essere realizzata solo includendo un mondo speculare nel modello: un universo parallelo con nuove particelle che sono tutte copie di particelle conosciute”, spiega Cyr-Racine. Il ricercatore spiega che questa idea, quella dell’universo “specchio”, in realtà non è nuovissima in quanto è stata concettualizzata già negli anni 90. Tuttavia non era mai stata associata al problema relativo alla costante di Hubble.

Note e approfondimenti

  1. Phys. Rev. Lett. 128, 201301 (2022) – Symmetry of Cosmological Observables, a Mirror World Dark Sector, and the Hubble Constant (DOI: 10.1103/PhysRevLett.128.201301)
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