Ci sono buone probabilità che gli esseri umani possano trovare segni di vita extraterrestre nel corso dei prossimi 5-10 anni secondo una giovane ricercatrice dell’Università Statale dell’Ohio che condividerà i risultati di una sua ricerca[2] durante la conferenza annuale della American Physical Society 2021. La ricercatrice si sta interessando in particolare ai pianeti nani gassosi, un tipo di pianeta che nel nostro sistema solare non esiste e che è quindi difficile da valutare in termini di possibilità di ospitare vita extraterrestre.
Gli scienziati hanno infatti problemi nel capire se le atmosfere di questi pianeti contengano o meno ammoniaca ed altre sostanze che potrebbero essere “biomarcatrici” della presenza di esseri viventi. Questi pianeti sono interessanti perché, grazie alla loro forte attrazione gravitazionale, sarebbero capaci di mantenere un’atmosfera dallo spessore considerevole, paragonabile a quello dell’atmosfera terrestre, dominata dall’idrogeno.
A fare da spartiacque potrebbe essere il telescopio spaziale James Webb, che dovrebbe essere lanciato in orbita intorno alla Terra alla fine di quest’anno. Il telescopio, come riferisce il comunicato,[1] potrebbe essere infatti in grado di rilevare tracce di ammoniaca intorno ad alcuni pianeti nani gassosi già individuati e solo dopo poche orbite, dunque in un tempo ragionevole.
La ricercatrice ha già eseguito dei modelli e, insieme ai colleghi, ha già calcolato dove i ricercatori dovrebbero puntare il James Webb per avere più probabilità di carpire informazioni del genere intorno a pianeti nani gassosi. È la prima volta, secondo la stessa Phillips, che gli esseri umani hanno una possibilità reale e capacità tecnologiche sufficienti per rispondere a quella che è una delle domande esistenziali più antiche da quando l’uomo ha volto gli occhi al cielo: siamo soli nell’universo?