
Un ruolo importante svolto dalle cellule immunitarie linfociti T nello sviluppo della preeclampsia è stato scoperto da un ricercatore del Dipartimento di Fisiologia del Medical College of Georgia presso l’Università di Augusta, John Henry Dasinger. Come spiega il comunicato dell’università tedesca, queste cellule immunitarie molto importanti sembrano innescare una sorta di circolo vizioso.[1]
Il meccanismo scoperto dai ricercatori inizia quando la placenta non agevola più il passaggio del sangue dalla madre al feto. Quello che sembra succedere è che la pressione del sangue della madre aumenta per rafforzare questo passaggio e quindi si sviluppano l’infiammazione e il danno ai tessuti. A questo punto entrano in gioco le cellule T, ossia le cellule immunitarie, ma queste ultime non fanno che aumentare l’infiammazione. Ne consegue una disfunzione dei vasi sanguigni e un danno renale, fattori che possono rendere più alti i rischi di parti prematuri o di altre conseguenze per il bambino.[1]
Come spiega Dasinger, durante la gravidanza i reni della madre lavorano di più. Cominciano ad aumentare anche in dimensioni affinché possa essere sostenuto anche il feto. Quando sussiste la preeclampsia, lo sforzo dei reni è ancora più grande in quanto devono lavorare di più a causa del fatto che la pressione sanguigna è più alta.[1]