
Se state già contando i giorni all’uscita del 5G, sappiate che c’è già chi sta lavorando al 6G. O almeno chi sta organizzando delle conferenze per discuterne. Scienziati dell’Università di Oulu, uno dei distretti tecnologici della Finlandia, per esempio, hanno già organizzato quella che può essere considerata come la prima conferenza 6G al mondo (tenutasi a fine marzo nella città di Levi, in Finlandia).
Molti esperti del settore lasciano intendere che il prossimo passo, il 6G, sarà relativo alla vera Internet delle cose in quanto renderà possibile il collegamento alla rete di miliardi di oggetti.
Una prima fase verrà molto probabilmente un processo fatto di mere discussioni accademiche sulle proposte comunque attualmente già esistenti, discussioni che poi dovranno definire gli standard.
Probabilmente la definizione degli standard avverrà intorno al 2025-2026 mentre il vero lancio del 6G dovrebbe avvenire intorno agli anni 2030 (impossibile essere più precisi).
Le grandi aziende che vorranno essere protagoniste nel campo del 6G farebbero dunque bene a cominciare a prepararsi già da ora.
Al momento c’è ancora un problema di materiali: c’è bisogno, per esempio, di semiconduttori che possano lavorare sulle frequenze dei terahertz. Il 6G, più che una maggiore velocità, offrirà latenze ancora inferiori a quelle del 5G (già considerabili come molto basse), ossia latenze inferiori al millisecondo, sostanzialmente impercettibili per gli esseri umani ma significative per i computer.
Potrebbero apparire nuovi modelli di business che praticamente neanche riusciamo ad immaginare dato che le reti 6G potrebbero assomigliare, più che a una rete cellulare, a una rete a maglie con gli utenti che potrebbero aprire proprie mini reti per definirne la copertura. Quel che è certo è che il 6G lascia intravedere scenari ancora poco prevedibili.
Fonti e approfondimenti
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