
Viene definito come il primo materiale “non tagliabile”, a cui gli stessi ricercatori hanno dato anche un nome (Proteus), quello descritto in un nuovo studio apparso su Scientific Reports.
Secondo il comunicato stampa che annuncia la pubblicazione dello studio, i ricercatori si sono ispirati ai gusci delle conchiglie e ai pompelmi per creare “il primo materiale non tagliabile” mai fabbricato.
Molto leggero e molto resistente, questo materiale è fatto da minuscole sfere di ceramica che sono contenute a loro volta in una struttura di alluminio.
Anche con potenti smerigliatrici angolari, trapani o getti d’acqua ad altissima pressione, il materiale non poteva essere tagliato diviso in alcun modo.
I ricercatori si sono ispirati proprio alla struttura della buccia del pompelmo nonché ai gusci dei molluschi, molto resistenti alle fratture. Hanno imitato la struttura naturale di gusci di molluschi del genere Haliotis, fatti di materiali organici come le “piastrelle” di aragonite, per creare un materiale a base di ceramiche industriali in una matrice di alluminio.
Il risultato? Un materiale leggero ma al contempo resistente e soprattutto non tagliabile che potrebbe essere utile in diversi settori, dalla realizzazione dei catenacci a quella di armature leggere o dispositivi di protezione per le persone di vario tipo, ad esempio guanti antitaglio.
Qualsiasi fosse il livello di energia e la forza del trapano o della smerigliatrice o la composizione del suo disco, l’energia stessa veniva ruotata, durante i test, su se stessa in quanto la lama (o la punta del trapano) veniva gradualmente erosa e poi resa inefficace.
Inoltre anche potenti getti d’acqua, una delle nuove tecniche che si stanno utilizzando sempre più in campo industriale per tagliare più efficacemente materiali di vario tipo, risultavano inefficaci in quanto le sfere curve di ceramica tendevano ad allargare il getto e ciò riduceva molto la sua velocità e la sua forza.
Approfondimenti
- Non-cuttable material created through local resonance and strain rate effects | Scientific Reports (IA) (DOI: 10.1038/s41598-020-65976-0)