Privarsi del sonno può portare a conseguenze molto negative per quanto riguarda le attività sinaptiche del cervello, in primis alla plasticità, attività che sono portate avanti grazie al gruppo di proteine chiave.
In due studi separati, i ricercatori Sara Noya e colleghi e Franziska Brüning e colleghi mostrano quanto il sonno sia ancora più importante di quanto mai calcolato in precedenza riguardo alle attività delle sinapsi e quindi riguardo ai rischi di deterioramenti cognitivi.
Noya e colleghi hanno valutato il ritmo circadiano dell’RNA messaggero sinaptico (mRNA) nonché la quantità delle proteine nell’arco di ventiquattr’ore in esperimenti condotti sui topi scoprendo che in quelli privati del sonno questo modello risultava molto diverso.
Brüning e colleghi hanno esaminato le relazioni tra i cicli sonno-veglia, la pressione del sonno e la fosfoteomica sinaptica, sempre in esperimenti riguardanti topi, scoprendo che la privazione del sonno portava a brusche interruzioni dei cicli quotidiani in quasi 1000 fosfoproteine.