
Le preoccupazioni relative ai problemi nella crescita, in particolare al peso e ai livelli di grasso corporeo, dei bambini che sono stati concepiti con i trattamenti della fertilità risulterebbero eccessive secondo quanto riferisce un nuovo comunicato dell’Università di Bristol che parla di differenze piccole che non risulterebbero più evidenti quando sopraggiunge la tarda adolescenza.[1] Uno studio è stato pubblicato su JAMA Network Open.
Come riferisce il comunicato, ci sono diverse discussioni riguardo ai problemi, più che altro ai rischi, dei bambini concepiti mediante fecondazione in vitro. Alcuni studi, spiega il comunicato, avevano suggerito rischi aumentati di basso peso alla nascita o di parto pretermine nei bambini concepiti tramite la tecnologia di riproduzione assistita (assisted reproductive technology, ART).[1]
I ricercatori hanno usato i dati di circa 158.000 bambini provenienti dall’Europa, dall’Asia e dal Canada, tutti concepiti tramite la ART scoprendo che in effetti i bambini concepiti in questo modo erano un po’ più bassi, più leggeri e più madri dal periodo dell’infanzia fino alla prima adolescenza rispetto agli altri bambini concepiti per via naturale. Tuttavia queste differenze “erano piccole tra tutte le età e si riducevano con l’età avanzata”, come riferisce il comunicato.
“I genitori e i loro figli concepiti da ART possono essere rassicurati sul fatto che ciò potrebbe significare che sono un po’ più piccoli e più leggeri dall’infanzia all’adolescenza, ma è improbabile che queste differenze abbiano implicazioni per la salute. Riconosciamo che è importante che man mano che più persone concepite con ART diventano adulte, se continui ad esplorare qualsiasi potenziale rischio per la salute in età avanzata”, spiega Ahmed Elhakeem, ricercatore della Bristol Medical School: Population Health Sciences (PHS) dell’Università di Bristol, l’autore principale della ricerca.[1]