
Produrre l’acciaio vuol dire emettere anche CO2 nell’ambiente. Si calcola, infatti, che la stessa industria siderurgica generi tra il 7 e il 9% delle emissioni di CO2 tra tutto quella generata tramite l’uso di combustibili fossili, come rilevato in un nuovo comunicato apparso sul sito del CORDIS.
Naturalmente sono in corso diverse ricerche per limitare la produzione di CO2 quando viene prodotto l’acciaio ma non molte di esse hanno raggiunto risultati che lasciano intravedere applicazioni reali.
Ora un nuovo progetto, denominato H2Future e finanziato dall’Unione Europea, mira a scoprire nuove fonti energetiche per giungere ad una decarbonizzazione della produzione dell’acciaio. A tal proposito si pensa di utilizzare proprio l’idrogeno come fonte di elettricità rinnovabile.[1]
È stato già creato un impianto pilota a Linz, in Austria, che ha una capacità di 6 MW di elettricità proveniente da fonti rinnovabili per produrre fino a 1200 m³ di idrogeno verde.
Il comunicato stampa relativo al lancio di questo nuovo impianto parla di “una pietra miliare importante per l’applicazione industriale dell’elettrolisi” nel settore dell’industria siderurgica, nelle raffinerie, nel settore della produzione di fertilizzanti ed in altri settori industriali.[1]
Il nuovo impianto si basa sulla tecnica dell’elettrolisi, un fenomeno in cui l’acqua viene divisa in idrogeno e ossigeno tramite corrente elettrica, come spiega il comunicato presente sul sito Web del progetto: “La tecnologia PEM funziona usando una membrana a scambio protonico come elettrolita. Questa membrana ha una proprietà speciale: è permeabile ai protoni ma non ai gas come l’idrogeno e l’ossigeno. Ciò significa che in un elettrolizzatore basato su PEM la membrana agisce come elettrolita e come separatore per impedire la miscelazione dei prodotti gassosi”.[1]