
Le donne che ci superano i 50 anni mostrano più probabilità di subire fratture dell’anca, un incidente che spesso porta al ricovero in ospedale e che può ridurre la qualità della vita. Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della Pennsylvania State University, il consumo quotidiano di prugne tra le donne in post-menopausa può aiutare a prevenire la perdita di densità minerale ossea all’anca e può proteggere, quindi, dal rischio di fratture.[1]
Mangiare 5-6 prugne al giorno
Secondo Mary Jane De Souza, professoressa alla Pennsylvania State University e autrice principale dello studio, i dati della ricerca randomizzata mostrano che mangiare 5-6 prugne al giorno può proteggere dalla perdita ossea dell’anca: “I nostri dati supportano l’uso delle prugne per proteggere l’anca dalla perdita ossea dopo la menopausa. In effetti, questi dati possono essere particolarmente preziosi per le donne in postmenopausa che non possono assumere una terapia farmacologica per combattere la perdita ossea e necessitano di una strategia alternativa”.[1]
Lo studio
Lo studio analizza gli effetti indotti dalle prugne sulle ossa. I ricercatori scoprivano che le donne in post-menopausa che consumavano 50 grammi di prugne al giorno, equivalenti a circa 5-6 prugne, per un periodo di un anno riuscivano a mantenere la densità minerale ossea dell’anca a livelli stabili. I soggetti invece non mangiavano prugne mostravano perdita di massa ossea all’anca con relativo aumento del rischio di fratture.[1]
Vitamine e nutrienti nelle prugne
Secondo Andrea N. Giancoli, un consulente nutrizionale del California Prune Board, poche prugne possono essere facilmente aggiunte alla propria dieta. Il beneficio indotto dalle prugne si spiega nella presenza di diverse vitamine e nutrienti che influenzano lo stato delle stesse ossa, tra cui potassio, boro, rame e vitamina K. Contengono inoltre diversi composti fenolici che fanno da antiossidanti.[1]