La quantità dell’acqua calda che scorre sotto il ghiacciaio Thwaites, conosciuto negli ultimi mesi anche come “ghiacciaio del giorno del giudizio”, per la sua stazza e per il fatto che è in corso di scioglimento, è più grande di quanto calcolato in precedenza secondo un nuovo studio descritto sul sito dell’Università di Göteborg.[1]
I ricercatori hanno effettuato nuove scoperte grazie ad un sottomarino senza equipaggio che è stato utilizzato per la prima volta nelle regioni polari. Lo stesso utilizzo di questo speciale dispositivo sottomarino ha avuto così successo che la stessa professoressa Karen Heywood dell’Università dell’Anglia orientale, una scienziata impegnata nello studio, si mostra sorpresa.
La stessa ricercatrice dichiara che nel corso del prossimo anno saranno effettuate ulteriori missioni sulla base dei risultati raggiunti durante questa spedizione.
Grazie a questo sommergibile, i ricercatori hanno misurato la temperatura, il livello di salinità e il contenuto di ossigeno delle correnti oceaniche sotto il ghiacciaio, misurazioni mai effettuate prima sotto questo ghiacciaio, scoprendo che il processo di scioglimento sta andando ad una velocità ancora maggiore di quanto calcolato prima.
I ricercatori hanno scoperto che ci sono di percorsi distinti che l’acqua sotto il ghiacciaio attraversa influenzata dalla geometria stessa del fondale oceanico. Con questi dati i ricercatori hanno scoperto che lo scioglimento sta avvenendo ad un ritmo di 75 km cubici di ghiaccio che si scioglie ogni anno. Questa è la quantità di ghiaccio che si scioglie a causa dell’acqua calda che scorre sotto il ghiacciaio. Poi c’è un’altra quantità di ghiaccio che si scioglie a causa di altre fonti di acqua dolce. Tuttavia è l’acqua calda che scorre sotto i ghiacciai a preoccupare di più in quanto si avvicina a tutti quei punti più critici nei quali il ghiaccio è ancorato ancora al fondale marino, punti che, per ora, danno ancora una certa stabilità all’intera piattaforma.
“La buona notizia è che ora, per la prima volta, stiamo raccogliendo dati necessari per modellare le dinamiche del ghiacciaio di Thwaite. Questi dati ci aiuteranno a calcolare meglio lo scioglimento dei ghiacci in futuro. Con l’aiuto della nuova tecnologia, possiamo migliorare i modelli e ridurre la grande incertezza che ora prevale intorno alle variazioni globali del livello del mare”, spiega Anna Wåhlin, professoressa di oceanografia dell’Università di Göteborg e una delle autrici principali del nuovo studio è stato pubblicato su Science Advances.[2]