
Non è una foto diretta del buco nero che si trova al centro della nostra galassia ma comunque è una delle foto più dettagliate e comprensive della regione che si trova intorno quella realizzata da un team di ricercatori che hanno anche pubblicato uno studio su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
I ricercatori hanno usato i dati raccolti ai raggi X dal Neil Gehrels Swift Observatory della NASA dal 2006 al 2013 per realizzare un’immagine composita in cui sono presenti diverse informazioni interessanti.
Neil Gehrels Swift Observatory
Il Neil Gehrels Swift Observatory, lanciato nel novembre del 2004, è un piccolo telescopio spaziale prodotto dalla NASA che orbita intorno alla Terra e che è specializzato nell’intercettare i lampi di raggi gamma e in generale ad osservare sulla lunghezza d’onda dei raggi X. La missione si concentra soprattutto sulle emissioni di raggi gamma provocate dai buchi neri. Un’indagine, portata avanti dal 2006, si sta concentrando in particolare su questa tipologia di emissioni proveniente dalla regione centrale della nostra galassia, una regione dove c’è un enorme buco nero. Non riusciamo ad individuarlo in maniera più diretta, come è stato fatto per buchi neri supermassicci presenti al centro di altre galassie, perché sembra essere avvolto all’interno di enormi nubi di gas e di altri materiali che ci offuscano letteralmente la vista.
Variazioni profonde dei brillamenti
Con i dati raccolti da questo telescopio i ricercatori sperano di capire se le variazioni profonde dei brillamenti prodotti all’interno della regione di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio che si trova al centro della galassia, siano provocate dalla presenza o dal passaggio di nubi di gas o di stelle oppure da qualcos’altro che comunque spieghi questo livello di attività abbastanza irregolare e, almeno per il momento, incomprensibile.
Diverse cose sono ancora poco chiare
Le modalità con le quali accadono questi brillamenti provenienti da questa caotica regione al centro della Via Lattea sono ancora poco chiare, come ammette Jakob van den Eijnden, ricercatore dell’Università di Oxford ed uno degli autori di nuovo studio. L’ipotesi principale è che questi brillamenti irregolari seguano i vari passaggi davanti al buco nero di nubi gassose oppure di stelle ma non abbiamo ancora ottenuto prove che possano supportare degnamente l’ipotesi. Qualcuno crede che le stesse proprietà magnetiche del gas che circola intorno al buco nero abbiano un ruolo più importante di quanto calcolato da altri.