Raccolta di riso diminuirà del 40% entro 2100 e conterrà più arsenico tossico

Il raccolto di riso potrebbe diminuire di circa il 40%, dunque quasi della metà, entro il 2100 secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Stanford. Secondo i ricercatori, che hanno effettuato simulazioni climatiche, a causa dei cambiamenti climatici il riso coltivato nelle regioni con arsenico endemico del suolo subirà un netto declino mettendo a rischio le scorte e in generale l’alimentazione di grosse fette di popolazione considerando che il riso rappresenta ancora il raccolto di base più grande del mondo.

Una diminuzione del genere porterebbe a conseguenze devastanti e probabilmente anche poco prevedibili riguardanti tutte quelle popolazioni la cui alimentazione si poggia su questo alimento più che essenziale. Secondo i ricercatori la causa principale sarebbe da addurre ai cambiamenti del suolo, a loro volta causati dai cambiamenti delle temperature, che porteranno il riso a contenere due volte la quantità di arsenico tossico rispetto al riso coltivato oggi.
Scott Fendorf, professore di scienze del sistema terrestre della School of Earth, Energy & Environmental Sciences a stem Ford, entro il 2100 ci saranno circa 10 miliardi di persone sulla Terra di cui la metà saranno praticamente dipendenti dal riso, uno scenario per il quale dovremo prepararci.

Il riso è coltivato in risaie allagate d’acqua e proprio l’acqua fa sì che l’arsenico proveniente dal terreno si sciolga in componenti più essenziali e venga assorbito dal riso stesso. Proprio per questo le piante di riso sono considerate particolarmente sensibili all’assorbimento di arsenico. Già oggi queste piante contengono un certo livello di arsenico ma la quantità è considerata ancora sicura.
I futuri cambiamenti climatici porteranno però a temperature più elevate e quest’ultime causeranno assorbimenti da parte delle piante di riso di livelli di arsenico più alti. La stessa acqua che verrà usata per l’irrigazione delle piante di riso conterrà più arsenico e ciò aggraverà ancora di più il problema.

Un’esposizione cronica all’arsenico a questi livelli potrà portare a lesioni cutanee, tumori, aggravamento di malattie polmonari e quindi a morte.
“Penso che questo problema sia cruciale anche per le persone che hanno bambini piccoli nella nostra società”, dichiara l’autore principale E. Marie Muehe, ex studiosa a Stanford e ora all’Università di Tubinga, in Germania. “Perché i bambini sono molto più piccoli di noi, se mangiano riso, ciò significa che assorbono più arsenico rispetto al loro peso corporeo.”

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