
Uno speciale radar penetrativo creato da ricercatori italiani, nello specifico da un gruppo di scienziati dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (INAF) e dell’Università di Perugia, potrebbe aiutare futuri esploratori di Marte per identificare più agevolmente l’acqua sotto il terreno.
ScanMars è simile, infatti, ad un metal detector e si regge proprio come questo strumento, con una prolunga collegata ad una maniglia. Grazie ai segnali riflessi il radar portatile consente di comprendere le caratteristiche geologiche del sottosuolo e di ricostruire l’immagine della sua struttura.
Lo ScanMars è stato già attestato nel deserto dell’Oman, nella regione del Dhofar, un ambiente abbastanza simile a quello marziano, nel corso della missione AMADEE-18 a febbraio 2018. I ricercatori hanno scansionato il sottosuolo, in aree con caratteristiche geologiche diverse, fino ad una profondità di cinque metri.
Tra le rilevazioni più interessanti, quella del letto di un fiume asciutto (un classico uadi, tipico nelle regioni desertiche come questa).
Secondo Alessandro Frigeri dell’INAF “La qualità dei dati è molto buona e, anche se non siamo ancora in grado di distinguere inequivocabilmente la presenza di acqua, possiamo trovare strutture alluvionali che potrebbero guidare i futuri astronauti a scavare dove è più probabile trovare acqua”.
Lo stesso Frigeri sottolinea poi l’importanza di tecnologie come questa, utili per scoprire acqua liquida su Marte. Negli ultimi anni, infatti, la probabilità stimata relativa alla presenza di acqua liquida sotto la superficie del pianeta rosso è diventata sempre più alta.
Non si tratta, in ogni caso, di uno strumento a stretto uso marziano: lo ScanMars è stato utilizzato anche per analizzare una zona di faglia relativa al terremoto di Amatrice dell’agosto 2016.
Fonti e approfondimenti
- EPSC 2018: ScanMars demonstrates water detection device for astronauts on Mars – Europlanet Society (IA)
- Un rabdomante italiano per Marte | MEDIA INAF (IA)
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